È di nuovo lui l’uomo più potente del Pianeta, che (non) parla della questione più importante che il Pianeta abbia mai affrontato. Il suo mandato di quattro anni arriva esattamente nel momento in cui la Terra ha più bisogno di accelerare gli sforzi per frenare il cambiamento climatico
Che durante le campagne elettorali il dibattito sui cambiamenti climatici era finito nel cassetto era chiarissimo. Le elezioni appena concluse negli States, infatti, hanno considerato solo di striscio il tema del climate change, a favore piuttosto di altri argomenti reputati più urgenti, immigrazione in primis.
Alla tornata del 2020, Kamala Harris, negli ultimi 4 anni vice-presidente al fianco di Joe Biden, aveva sostenuto fermamente le politiche climatiche del partito democratico, mentre Donald Trump già allora riduceva la questione a una “truffa”.
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E oggi? Quattro anni dopo, nonostante l’accelerazione della crisi climatica, ci ritroviamo il Tycoon esattamente uguale a sé stesso, che vince le elezioni 2024 e dice solenne: “abbiamo fatto la storia!”.
E, ahinoi, sarà molto probabilmente vero: dall’aborto all’immigrazione, dai diritti LGBTQ+ alla stessa crisi climatica, un Trump che torna alla Casa Bianca per un secondo mandato come Presidente avrà un impatto che si farà presto sentire in molti aspetti della vita americana e anche in tutto il mondo.
Ma concentriamoci sulla questione climatica.
Trump di nuovo alla Casa Bianca potrebbe rallentare gli sforzi contro il disastro climatico
Nel suo primo mandato, Trump ha ritirato gli Stati Uniti dagli accordi di Parigi sul clima, indebolendo i già tanto esili progressi prodotti dai colloqui. E già questo basta per far tremare oggi climatologi, scienziati e ambientalisti.
Rieletto, Trump sarà un disastro per gli sforzi volti a rallentare il cambiamento climatico e ciò è già delineato dal tanto celebrato Project 2025, un piano di stampo conservatore guidato dal think tank di destra The Heritage Foundation creato prima che Trump venisse annunciato come candidato repubblicano.
At a rally Trump says climate change isn't real because “it's very cool out here today.”
Don't fall prey to misinformation. Both sides are not the same. The election will have a huge influence on our collective ability to fight climate change for decades.pic.twitter.com/dX9aTCJYsf
— Dr. Lucky Tran (@luckytran) November 3, 2024
In questo programma sono delineati i mille modi in cui la sua amministrazione potrebbe danneggiare la politica ambientale, a partire dal rafforzamento di petrolio, gas e carbone e finire alla chiusura della National Oceanic and Atmospheric Administration, l’agenzia che misura quanto sta aumentando la temperatura.
Trump, che ha definito il cambiamento climatico una “bufala” e “una delle più grandi truffe di tutti i tempi”, ha promesso di “trivellare, tesoro, trivellare” e porre fine alla pausa di Biden sui terminali di esportazione di gas naturale liquefatto, tra le altre cose.
Ancora riecheggiano le sue parole in un’intervista:
Sai, quando sento questi poveri sciocchi parlare di riscaldamento globale. Non lo chiamano più così, lo chiamano cambiamento climatico perché sai, alcune parti del pianeta si stanno raffreddando e riscaldando, e non ha funzionato. Quindi alla fine hanno capito, lo chiamano semplicemente cambiamento climatico. Lo chiamavano riscaldamento globale. Sai, anni fa lo chiamavano raffreddamento globale. Negli anni ’20 pensavano che il pianeta si sarebbe congelato. Ora pensano che il pianeta brucerà. E stiamo ancora aspettando i 12 anni. Sai che siamo quasi alla fine del periodo di 12 anni, capisci che, dove questi lunatici che non sanno niente, non erano nemmeno bravi studenti a scuola, non l’hanno nemmeno studiato, hanno previsto, hanno detto che abbiamo 12 anni di vita. Questi poveri sciocchi parlano di riscaldamento globale tutto il tempo, sai che il pianeta si riscalderà a un punto in cui gli oceani si alzeranno di un ottavo di pollice in 355 anni, sai, non hanno idea di cosa succederà. È il meteo.
Il Project 2025 (Trump ha sconfessato il progetto e ha detto di non saperne nulla, anche se è stato redatto da molti che hanno lavorato nella sua amministrazione e condivide molti dei suoi obiettivi politici), espone nel dettaglio molte delle misure che l’amministrazione Trump sosterrà per sostenere il petrolio, il gas e il carbone, come:
- la fine degli sforzi per stimolare la produzione di veicoli elettrici a Detroit
- la fine al sostegno alle energie rinnovabili (Trump ha promesso di “uccidere il vento“, qualunque cosa significhi)
- invertire una scoperta cruciale del 2009 dell’EPA secondo cui l’anidride carbonica provoca danni, una posizione che sostiene gran parte dello sforzo federale per frenare l’inquinamento climatico
- ha anche promesso, come dicevamo, di chiudere la National Oceanic and Atmospheric Administration, perché le misurazioni sono “uno dei principali motori dell’industria degli allarmi sul cambiamento climatico”
“Drill, baby, drill”, “Trivella, tesoro, trivella”
A partire dal primo giorno, Trump ha detto che sarebbe diventato un dittatore per “trivellare, baby, trivellare”, tanto da chiedere alle compagnie petrolifere milioni di dollari in contributi per la campagna elettorale.
Ma Trump può invertire la tendenza verso le energie rinnovabili? No, non del tutto (in Texas, per esempio, quartier generale del cartello degli idrocarburi, l’innegabile economia dell’energia pulita continua a crescere), ma può rallentarlo notevolmente. L’espansione delle energie rinnovabili in America dipende, tra le altre cose, dal superamento della sconcertante serie di requisiti che ne fanno una estenuante battaglia burocratica. Finora, la Casa Bianca di Biden-Harris aveva avuto un team dedicato al lavoro, con alti funzionari assegnati a progetti di alto livello, che ma ora ciò è destinato a scomparire, sostituito da un nuovo gruppo di burocrati profondamente impegnati nell’assicurare che questi progetti non vengano realizzati.
Altrettanto negativo sarebbe l’effetto in tutto il mondo. L’ultima volta, Trump ha ritirato l’America dagli accordi di Parigi sul clima, intaccando gravemente lo slancio che quei colloqui avevano prodotto. Questa volta farebbe lo stesso e di più: ha promesso, ad esempio, di porre fine alla pausa di Biden sui terminali di esportazione di gas naturale liquefatto. Questi sono progettati per prendere enormi volumi di gas statunitense e spedirli in Asia, dove indeboliranno il passaggio alle energie rinnovabili.
Come scrive il The Guardian, questa è l’ultima vera strategia di crescita dell’industria petrolifera ed è la più grande bomba di gas serra del pianeta.
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