Il caldo estremo sta sciogliendo le tegole dei tetti e deformando le strade: la crisi climatica si abbatte sulla Cina

La Cina è fiaccata da ondate di calore senza precedenti, così potenti da arrivare a danneggiare strade ed edifici: secondo gli esperti, la situazione dovrebbe durare ancora per un paio di settimane

Non si fermano le ondate di calore che stanno investendo la Cina – in particolare, la regione del fiume Yangtze dalle spiagge Shanghai fino all’entroterra di Chengdu: come riportato dall’agenzia stampa Reuters, nella giornata di ieri le autorità cinesi hanno diramato oltre 90 allarmi rossi.

Il termometro a Shanghai, una delle città più popolose della regione, segna in queste ore temperature superiori a 40°C e questo ha provocato una riduzione delle attività all’aperto insolitamente rara per la città, che conta più di 25 milioni di abitanti.

Anche Nanchino (9 milioni di abitanti) segna tristi record di temperature con l’estate più calda di sempre, mentre nella città di Yanjin (sud-ovest del Paese) si sono registrati 44°C – la temperatura più alta dall’inizio del monitoraggio climatico (1959).

Le temperature stanno diventando così estreme da alterare la forma delle strade, rovinare tetti e solai, letteralmente “sciogliere” infrastrutture pubbliche.  Un esempio particolarmente drammatico è rappresentato dal museo di Chongqing: le tegole del museo si sono sciolte per effetto del calore.

Ora il museo è chiuso al pubblico per manutenzione: impossibile prevedere come la struttura reggerà al caldo record e alle temperature bollenti che, secondo i meteorologi, affliggeranno la regione cinese almeno per altre due settimane.

Ma l’ondata di caldo sta mettendo a dura prova anche la rete elettrica nazionale, a causa dell’uso smodato di climatizzatori e impianti di condizionamento dell’aria per sopravvivere alla calura. Per questo motivo, le autorità locali esortano i cittadini a fare un utilizzo moderato e consapevole della risorsa elettrica.

Infine, si prevedono danni ingenti all’agricoltura, in particolare alle colture di mais, soia e grano delle province di Ningxia e Hebei, e ciò potrebbe avere conseguenze anche sul settore dell’allevamento: i prezzi dei mangimi per il bestiame sono già in aumento e potrebbero raggiungere prezzi ancora più alti.

Ciò provocherebbe un ulteriore aumento dei prezzi al dettaglio della carne e dei prodotti di origine animale, dopo l’aumento del 50% che si è registrato fra i prezzi di marzo e quelli di luglio.

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Fonte: Reuters

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