Inverni sempre più rigidi ed estati sempre più aride, le due facce (opposte) del riscaldamento globale

Dobbiamo imparare a convivere con fenomeni climatici estremi, in un mondo sempre più martoriato dal riscaldamento globale.

Caldo record, incendi, ma anche ondate di freddo e alluvioni. Sono i fenomeni climatici estremi con i quali dobbiamo imparare a convivere, in un mondo sempre più martoriato dal riscaldamento globale.

Il riscaldamento globale, di cui sentiamo parlare ogni giorno, è responsabile dell’aumento delle temperature superficiali senza precedenti percepite in tutte le zone del mondo – dal Canada agli Stati Uniti, dalla Siberia al Circolo Polare Artico. Questo, per quanto devastante, non ci sorprende poi così tanto: del resto, il fatto che si tratti di ‘riscaldamento’ giustifica l’aumento della temperatura media terrestre come risultato di un aumento di gas serra intrappolati nella nostra atmosfera.

Tuttavia, la crisi climatica che sta affliggendo il nostro pianeta non è solo calda. I gas serra, infatti, sono responsabili anche per picchi di freddo record, alluvioni e tempeste – proprio come quelle che si sono verificate nel nord Italia nelle scorse settimane. Un nuovo studio, partendo dall’osservazione di tre eventi metereologici estremi dello scorso inverno, spiega perché il riscaldamento globale può portare tanto a soffocanti ondate di calore quanto a gelide bufere di neve. (Leggi anche: Entro il 2030 la Terra avrà 1,5 gradi in più e le conseguenze saranno irreparabili)

Un team di ricercatori dell’università dell’Alaska ha mostrato come funziona questo ‘cortocircuito climatico’ esaminando due ondate di freddo record in Cina a dicembre 2020 e a gennaio 2021: in questi due momenti storici le città cinesi di Pechino e Tiajin hanno registrato le più basse temperature degli ultimi 54 anni – rispettivamente -19.7°C e -19.9°C. il team ha esaminato, inoltre, anche l’ondata di gelo che ha investito il midwest degli Stati Uniti nel febbraio scorso e che ha fatto scendere il termometro fino a -13.3°C a Austin (Texas). Utilizzando i dati statistici degli ultimi 42 anni, i ricercatori hanno creato dei modelli climatici con le temperature raccolte finora, simulando come il mare e il meteo possono risentire della crisi climatica in atto.

I ricercatori hanno connesso il collasso del cosiddetto vortice polare (un ampio anello di bassa pressione, caratterizzato da venti freddi, che si trova nella stratosfera terrestre proprio sopra il Polo Nord) con eventi metereologici estremi che si sono verificati a temperature inferiori allo zero. Questo è dovuto alla connessione del vortice polare con il fenomeno della corrente a getto (in inglese jet stream) – un veloce flusso d’aria canalizzato, localizzato nell’atmosfera terrestre generalmente appena sotto la tropopausa (circa 10 chilometri sopra la superficie terrestre): quado la temperatura aumenta repentinamente, a causa del riscaldamento globale, l’interazione fra il vortice polare e la corrente a getto si altera in maniera catastrofica. Il risultato? Fenomeni climatici estremi, sia caldi che freddi, che possono essere ulteriormente amplificati da cambiamenti nelle temperature degli oceani.

Anche se il riscaldamento globale è un fenomeno in costante crescita, fenomeni estremi come quelli studiati sono intermittenti, non avvengono necessariamente ogni anno – spiega James Overland del NOAA, coautore dello studio. – Questo perché tali fenomeni sono causati da una combinazione di riscaldamento e condizioni climatiche estreme ma non provocate dall’uomo, come jet stream e vortice polare.

Seguici su Telegram Instagram Facebook TikTok Youtube

Fonte: Advances in Atmospheric Sciences 

Ti consigliamo anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook