Almeno 4 morti e oltre 10mila sfollati a causa del ciclone che sta flagellando la Nuova Zelanda: è emergenza nazionale 

Non c'è tregua per la Nuova Zelanda. Dopo le inondazioni delle ultime settimane, il Paese è stato flagellato da un devastante ciclone tropicale. Dichiarato lo stato d'emergenza nazionale nel Paese, mentre i soccorritori continuano a cercare migliaia di persone che mancano all'appello...

Case sepolte dal fango e dai detriti, territori franati, ponti distrutti, alberi abbattuti e migliaia di famiglie rimaste senza un tetto: il potente ciclone tropicale che in questi giorni ha colpito la Nuova Zelanda ha lasciato dietro di sé morte e distruzione. Solo nelle ultime ore Gabrielle, questo è il nome con cui è stato ribattezzato, si sta dirigendo lentamente verso Sud-Est, dando tregua alla popolazione che sta inizando a fare la conta dei danni.

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Il bilancio è drammatico: almeno 4 morti (fra cui un bambino), oltre 10mila sfollati, mentre sono circa 1400 segnalazioni arrivate alla polizia relative alle persone disperse.

Come se non bastasse, ieri nel Paese è stata registrata una scossa di terremoto di magnitudo 6.1, che per fortuna non ha causato né vittime né feriti.

Le pesanti alluvioni e i forti venti (superiori anche a 140 chilometri) hanno isolato diverse città del Paese. Fra le più colpite Auckland, dove vivono circa 1,6 milioni di persone. Qui almeno 38mila famiglie sono al momento ancora senza corrente elettrica.

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Centinaia di agenti del New Zealand Defence Force stanno lavorando incessantemente per assistere la popolazione in ginocchio raggiungendo le aree colpite con camion, aerei ed elicotteri.

Dichiarato lo stato d’emergenza nazionale per la terza volta nella storia

La grave situazione ha costretto il governo neozelandase a dichiarare lo stato di emergenza nazionale per la terza volta nella sua storia: la prima risale al 2011 quando un devastante terremoto di magnitudo 6.3 colpì la città di Christchurch, la più recente era invece legata alla pandemia di Covid-19.

https://www.facebook.com/chrishipkinsmp/posts/pfbid02g9uXRYHAJS9jytvYh6A47RyeY79aWKXZzRJHMGBPAnpwDPqQim5budrtJ6Ym8wzQl

Per le autorità del Paese non ci sono dubbi: quanto accaduto è da attribuire principalmente alla crisi climatica.

La gravità di ciò, ovviamente, è aggravata dal fatto che le nostre temperature globali sono già aumentate di 1,1 gradi – ha ribadito ieri in parlamento James Shaw, ministro neozelandese per il Cambiamento climatico. – Dobbiamo smetterla di trovare scuse per l’inazione. Non possiamo mettere la testa sotto la sabbia quando la spiaggia è allagata. Dobbiamo agire ora.

A fargli eco il premier Chris Hipkins che ha sottolineato: “Il ciclone Gabrielle è l’evento meteorologico più significativo che la Nuova Zelanda abbia mai visto in questo secolo.”

Secondo i dati forniti dal MetService, l’agenzia meteorologica nazionale, nei primi 45 giorni del 2023 nella città di Auckland è caduta metà della pioggia che generalmente cade nel corso di un anno. E soltanto un paio di settimane fa nell’area settentrionale del Paese una serie di inondazioni avevano provocato diverse frane, distrutto palazzi e strade e ucciso altre quattro persone.

Inutile girarci intorno: se non saremo in grado di correre ai ripari limitando il riscaldamento globale, eventi estremi come il ciclone Gabrielle diventeranno la normalità.

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Fonti: Civil Defence New Zealand/MetService

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