Piogge torrenziali si riversano sull’Italia: fiumi in piena, frane e allagamenti dal Veneto alla Campania. Cresce l’allerta per la sicurezza idrogeologica
Indice
L’Italia sta affrontando un autunno segnato da eventi meteo estremi che stanno mettendo in ginocchio diverse regioni. Veneto, Emilia-Romagna e la Campania, con l’isola di Ischia e Capri, sono le ultime vittime di una situazione meteorologica che sembra non voler dare tregua, con frane, alluvioni e una costante minaccia idrogeologica. Le piogge torrenziali, il transito di fiumi in piena e la fragilità del territorio stanno disegnando uno scenario di grave emergenza.
Il sorvegliato speciale: il fiume Po
L’allerta rossa in Veneto rappresenta un segnale chiaro di quanto la situazione sia critica. Il fiume Po, il corso d’acqua più lungo d’Italia, è ora sotto stretto monitoraggio: i droni sorvolano costantemente l’area per monitorare l’avanzamento della piena, specialmente nelle zone di Rovigo e Polesella, dove il rischio di esondazione rimane elevato. La Protezione Civile ha emesso un’allerta che resterà valida fino a quando il passaggio della piena non sarà completato, sperando che il fiume non superi gli argini già messi a dura prova.
🌧️⛈️Piogge e temporali in Sardegna e al Centro-Nord
📅Mercoledì #23ottobre
🔔🔴#allertaROSSA per rischio idraulico in Veneto
🔔🟠#allertaARANCIONE in Lombardia, Emilia-Romagna e Sardegna
🔔🟡#allertaGIALLA in 7 regioni
Leggi l’avviso meteo del #22ottobre 👉https://t.co/lLqfGY91MW pic.twitter.com/CgSqzNnTjQ— Dipartimento Protezione Civile (@DPCgov) October 22, 2024
Il Veneto non è l’unica regione in allarme: la Protezione Civile ha esteso l’allerta arancione anche all’Emilia-Romagna, dove diversi corsi d’acqua, tra cui il Panaro e il Secchia, sono al limite della loro capacità. Il rischio idrogeologico è particolarmente elevato nelle colline bolognesi e modenesi, dove il terreno, già fragile, non è in grado di sopportare le continue piogge. Alcune aree stanno ancora cercando di riprendersi dalle recenti piene e l’arrivo di nuove precipitazioni peggiora la situazione.
Ischia e la paura costante delle frane
A sud, l’isola di Ischia vive una condizione di allerta continua. Le immagini delle strade trasformate in fiumi, con l’acqua che trascina via mezzi e detriti, sono diventate ormai un tragico simbolo di un’emergenza che sembra non avere fine.
Il sindaco di Lacco Ameno, Giacomo Pascale, ha espresso preoccupazione per la fragilità dell’isola, ricordando che “ogni acquazzone ci mette con il cuore in gola“. L’alluvione del 26 novembre 2022, che causò 12 morti e centinaia di sfollati a Casamicciola Terme, è ancora una ferita aperta per la comunità ischitana. Sebbene i lavori di manutenzione e di pulizia degli alvei siano in corso, la conformazione del territorio e le infrastrutture datate rappresentano una sfida difficile da superare.
Buongiorno
il video si riferisce ad Ischia dove nella serata di ieri un forte nubifragio ha interessato la cittadina campana. Le strade sono diventate in poco tempo veri e propri fiumi in piena, causando diversi allagamenti.
Proseguono le condizioni di instabilità sull'Italia,… pic.twitter.com/c8jbeV0m4z— 3B Meteo (@3BMeteo) October 23, 2024
Il cambiamento climatico è un fattore chiave per comprendere l’intensificarsi, e soprattutto l’amplificazione, degli effetti di questi eventi estremi. Pascale ha sottolineato che gli impianti di drenaggio, realizzati negli anni ’50, non possono reggere il carico delle piogge attuali. La speranza è riposta nel piano di interventi messo in campo dal Commissario straordinario Giovanni Legnini, approvato dal governo e in fase di realizzazione.
Il maltempo non risparmia nessuno: allerta diffusa in Emilia-Romagna
Non solo Ischia e Veneto: l’Emilia-Romagna continua a vivere giorni difficili. Piogge e temporali si sono abbattuti con forza sulla regione, causando allagamenti diffusi e innalzamenti preoccupanti dei corsi d’acqua. Nelle aree montane e collinari, il rischio di frane è concreto, tanto che l’esercito è stato chiamato a intervenire in alcune delle zone più colpite, come Farneto, nei pressi di San Lazzaro di Savena. Qui, il lavoro dei militari è fondamentale per la rimozione delle macerie e per cercare di ripristinare la viabilità.
La presenza costante di temporali ha messo in allerta anche le autorità della Lombardia e delle altre regioni settentrionali. Secondo i meteorologi, l’avvento di precipitazioni intense proseguirà ancora nei prossimi giorni, con nubifragi attesi specialmente in Piemonte e Liguria. In queste regioni, i cosiddetti “fiumi atmosferici” – correnti di aria umida provenienti dall’Atlantico tropicale – stanno alimentando precipitazioni senza precedenti, rendendo ancora più critiche le condizioni sui territori già saturi di acqua.
Cambiamenti climatici e fragilità del territorio: un binomio pericoloso
Il problema, ormai evidente, è legato alla crescente intensità degli eventi meteorologici estremi. Francesco Nucera, meteorologo di 3bmeteo.com, spiega che lo spostamento verso sud del Fronte Polare ha portato a un aumento significativo delle precipitazioni in Europa, specialmente in Italia e Francia. Questo fenomeno, associato ai cosiddetti fiumi atmosferici, ha contribuito a far registrare quantità di pioggia ben al di sopra della media.
Le conseguenze di questi fenomeni si stanno manifestando in modo sempre più drammatico. Le infrastrutture, spesso datate e inadatte a gestire precipitazioni così abbondanti, collassano sotto il peso dell’acqua, mentre la morfologia del territorio italiano, particolarmente fragile, rende difficile prevenire frane e alluvioni. E a farne le spese sono, come sempre, le comunità locali.
Con un nuovo fronte perturbato in arrivo dal weekend, il rischio è che la situazione peggiori ulteriormente. Il Po e i suoi affluenti rimarranno sotto osservazione, così come i territori già devastati dalle recenti alluvioni. L’Italia intera, dal Nord al Sud, vive un momento di grande incertezza. Il cambiamento climatico si sta facendo sentire in modo sempre più netto, costringendo il Paese a fare i conti con la sua storica fragilità strutturale e territoriale.
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