Così il caldo infernale in India con picchi di 50° sta facendo impennare le vendite dei condizionatori (e le disuguaglianze)

Le altissime temperature hanno causato nel Paese asiatico un aumento senza precedenti delle vendite di condizionatori. Solo una piccola percentuale di famiglie, però, possono permetterseli

L’estata in India si preannuncia rovente, con temperature che in molte regioni stanno superando i 40 °C.

E nonostante negli ultimi 50 anni il subcontinente abbia vissuto oltre 700 ondate di calore, il caldo intenso e incessante di questi ultimi mesi può essere annoverato tra i peggiori di sempre.

Come sua conseguenza, l’ondata di calore ha spinto la popolazione ad acquistare condizionatori: un bene che, però, nello Stato continua ad essere un lusso per pochi.

Un mercato in rapida crescita

Il mercato indiano dei condizionatori d’aria è quello, a livello internazionale, in più rapida crescita, con un aumento delle vendite del 60% rispetto all’anno scorso, secondo quanto ha dichiarato alla Bbc B. Thiagarajan, amministratore delegato di Blue Star, azienda leader nel settore del raffreddamento e della refrigerazione.

Entro il 2050, la proprietà di condizionatori d’aria domestici aumenterà in India di nove volte, superando quella di tutti gli altri elettrodomestici, inclusi TV, frigoriferi e lavatrici.

Questa crescita esponenziale non riflette, però, un miglioramento generalizzato delle condizioni di vita. Infatti, solo l’8% delle famiglie indiane possiede un condizionatore d’aria, e la maggior parte dei nuovi acquirenti proviene dalla classe media emergente, spesso costretta a ricorrere a prestiti per affrontare la spesa.

In India il caldo estremo colpisce i più vulnerabili

Mentre la classe media trova sollievo nell’aria condizionata, la stragrande maggioranza della popolazione indiana continua a soffrire il caldo estremo. Quasi un miliardo di persone in 23 Stati è esposto a stress termico, con conseguenze che minano salute e benessere.

Le città indiane, sempre più densamente popolate e prive di spazi verdi, si stanno trasformando in isole di calore che diventano delle vere e proprie trappole.

La mancanza di ventilazione e l’uso di materiali edili che assorbono il calore, anziché respingerlo, contribuiscono a rendere le temperature tra le mura domestiche insopportabili.

Disuguaglianza e accesso al raffreddamento

La crescente domanda di condizionatori d’aria in India rappresenta, da un lato, un’opportunità economica, dall’altro solleva serie preoccupazioni. L’aumento del consumo energetico legato all’uso dei condizionatori potrebbe mettere a dura prova la rete elettrica e incentivare le emissioni di gas serra, contribuendo al cambiamento climatico.

Oltre a questo, l’impiego di condizionatori contribuisce a incrementare le temperature esterne, originando un circolo vizioso che peggiora le condizioni di vita, soprattutto per chi non può permettersi di rinfrescare la propria casa.

Quali soluzioni per un futuro meno caldo?

Durante la Cop28 dello scorso anno, oltre 60 Paesi, tra cui Italia, Stati Uniti e Kenya, hanno firmato il primo impegno internazionale mondo per ridurre drasticamente le emissioni di raffreddamento. L’obiettivo è abbattere le emissioni legate al raffreddamento del 68% entro il 2050, aumentare significativamente l’accesso al raffreddamento sostenibile entro il 2030 e incrementare l’efficienza media globale dei nuovi condizionatori d’aria del 50%. L’India, però, non ha firmato l’impegno.

Il subcontinente, ora più che mai, ha bisogno di adottare soluzioni a lungo termine per affrontare il problema del caldo estremo, come il ripristino degli habitat acquatici, la costruzione di edifici più efficienti dal punto di vista energetico, l’utilizzo di tetti e materiali riflettenti e l’installazione di condizionatori d’aria a basso consumo.

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