Il caldo eccessivo che stiamo sperimentando negli ultimi anni ha effetti negativi anche sul nostro comportamento: ci rende più aggressivi, violenti, e meno bravi a tenere sotto controllo le nostre reazioni.
Troppo caldo fa male, e ce ne stiamo rendendo conto sempre più. Non solo le piante e gli animali subiscono gli effetti negativi della crisi climatica in atto e del riscaldamento globale ormai inarrestabile, anche l’uomo si trova a fronteggiare temperature sempre più alte e sempre più difficili da sopportare.
Fisiologicamente, il nostro organismo non è preparato a sopportare per troppo tempo temperature superiori ai 35°C: diversi studi, infatti, dimostrano che quando il calore fiacca l’organismo, le sue prestazioni in vari campi calano, con una conseguente diminuzione della produttività; inoltre, il troppo caldo viene connesso ad un aumento dell’aggressività e a minori abilità cognitive. Con il costante aumento delle temperature ovunque nel mondo, gli effetti del caldo estremo sul comportamento umano iniziano a rappresentare un problema da non sottovalutare.
Sono soprattutto i paesi meno sviluppati dal punto di vista economico, con risorse limitate da impiegare in impianti di refrigeramento, che stanno soffrendo di più: gli effetti del riscaldamento globale sono uguali dappertutto, ma il modo in cui questi si manifestano è profondamente ineguale.
Caldo e aggressività
Gli scienziati stanno osservando le difficoltà degli esseri umani a gestire il troppo caldo da più di un secolo. Uno studio condotto qualche anno da un gruppo di psicologi ha osservato delle conversazioni fra coppie di studenti che non si conoscevano, svolte in una stanza dove il termostato era stato impostato ogni volta ad una temperatura diversa (dai 14°C ai 36°C). Successivamente, è stato chiesto ai partecipanti all’esperimento di ‘quantificare’ il livello di ostilità che hanno percepito durante le conversazioni: è emerso che gli studenti che hanno chiacchierato a una temperatura più alta si sono mostrati automaticamente più aggressivi rispetto a quelli che sono stati nella stanza a una temperatura maggiormente sopportabile.
Il calore rende le persone più irritabili ed aggressive: tutti tendiamo a percepire le cose in modo più malevolo e a tollerare meno le persone quando fa troppo caldo. Tuttavia, questa ‘ipotesi dell’aggressività dovuta al caldo’ emersa dall’esperimento è difficile da dimostrare fuori dal laboratorio, perché è difficile estrapolare l’effetto negativo del calore da altre variabili ambientali o biologiche legate all’aggressività.
(Leggi anche: Salvare lo strato di ozono ha salvato l’umanità da un aumento delle temperature mortale. Lo studio)
Calore e performance
La relazione fra calore e comportamento umano va ben aldilà della violenza e dell’aggressività. Pensiamo ad esempio agli studenti che sostengono gli esami estivi in aule calde, e che sono costretti a lottare con le temperature alte per prepararsi e studiare: certamente le loro performance non saranno eccellenti come quelle ottenute durante lo studio invernale. Una ricerca condotta lo scorso anno nelle scuole statunitensi ha messo in evidenza come gli studenti che sostengono gli esami in un giorno particolarmente caldo (temperatura di 32°C circa) hanno il 10% di possibilità in meno di superarlo rispetto a quelli che lo sostengono in un giorno più fresco (con una temperatura di 24°C circa).
La ricerca ha analizzato anche quanto le temperature troppo alte possano avere effetti sulle performance di studio e di apprendimento degli studenti in un lungo periodo di tempo. Sono stati esaminati per questo oltre 21 milioni di risultati scolastici relativi a 10 milioni di studenti che hanno fatto uno stesso esame almeno due volte fra il 1998 e il 2012. In questo modo, è stato possibile comparare gli studenti con se stessi. È emerso che i risultati ottenuti sono solitamente migliori nella seconda prova rispetto alla prima prova, ma con un’eccezione: gli studenti che hanno sostenuto l’esame in scuole senza impianto di condizionamento dell’aria hanno registrato risultati peggiori alle aspettative.
Questo declino della performance non si percepisce solo in ambito scolastico, ovviamente, ma anche nel mondo del lavoro. Un recente studio condotto sui lavoratori manifatturieri indiani in Surat ha dimostrato come, in fabbriche prive di impianti di aria condizionata, si osserva un calo della produzione giornaliera che va dal 2 all’8%, quando la temperatura passa dai 30°C ai 35°C (la produttività inizia a calare quando la temperatura giornaliera supera i 20°C). i ricercatori stimano un calo della produttività media del 2,1% all’anno in tutti i settori produttivi del mondo, se si mantiene costante l’aumento delle temperature globali a cui stiamo assistendo.
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