Mentre il Brasile è alle prese con violente piogge torrenziali e inondazioni, l'Iraq è flagellato dalle tempeste di sabbia che provocano problemi respiratori alla popolazione: il mondo che ci aspetta è sotto i nostri occhi, ma queste notizie non sembrano importare ai tg...
Lo Stato brasiliano del Pernambuco è in ginocchio, anche la notizia sta passando in sordina nei nostri Tg. Sono circa 100 le vittime e 5000 gli sfollati provocati dalle intense piogge torrenziali, che hanno colpito l’area negli ultimi giorni. L’evento più drammatico è avvenuto nel quartiere Jardim Monte Verde, al confine tra la città di Recife e il comune Jaboatão dos Guararapes, dove sono morte una ventina di persone, le cui abitazioni sono state spazzate via con violenza dalle frane. E mentre il Brasile è alle prese con le alluvioni, nell’altra parte del mondo, in Iraq, la popolazione ha dovuto fare i conti con delle fortissime tempeste di sabbia, che nelle scorse settimane hanno causato tantissimi disagi nelle città e una serie di gravi problemi respiratori. Migliaia gli abitanti ricoverati negli ospedali, in preda a crisi respiratorie.
Si tratta di due eventi meteorologici estremi, apparentemente distanti, ma che in realtà mostrano le conseguenze nefaste del menefreghismo dell’uomo nei confronti del Pianeta, che grida aiuto. Fenomeni che ci dimostrano che la crisi climatica sta galoppando e ci avvisano che nei prossimi decenni la situazione è destinata a peggiorare se non saremo in grado di intervenire prima che sia davvero troppo tardi.
Le terribili inondazioni in Brasile
Dall’inizio della settimana lo Stato del Pernambuco, situato a Nord-est del Paese, è alle prese con pesantissime inondazioni, piogge torrenziali, frane e straripamenti di fiumi e torrenti che stanno spazzando via le abitazioni.
Secondo l’ultimo rapporto fornito dalle autorità locali, sono 100 i morti provocati dal maltempo improvviso. A Recife, capitale della regione, si contano anche 14 disperse e da ore la Protezione civile e diversi volontari stanno continuando le ricerche per trovare i sopravvissuti.
“Questo è il più grande disastro degli ultimi 50 anni a Recife ” ha detto ammesso João Campos, primo cittadino della capitale. Tra il 27 e il 28 maggio nell’area è caduta una quantità di pioggia pari al 70% di quella che cade nell’arco di un mese.
Oltre 5000 persone sono state costrette a lasciare le loro case, distrutte e inondate dal fango. Le immagini che arrivano da quest’area del Brasile sono estremamente drammatiche:
Le tempeste di sabbia sempre più ricorrenti in Iraq
In Iraq, invece, lo scorso aprile il cielo si è tinto di giallo a causa delle tempeste di sabbia, che hanno provocato tantissimi disagi, specialmente nella capitale Baghdad e nella città Nassiriya. Nel Paese mediorientale le autorità sono state costrette a sospendere i voli aerei e a chiudere gli aeroporti.
Per la popolazione è stato un vero incubo non riuscire più a respirare: circa 5000 persone sono state ricoverate negli ospedali con problemi respiratori causati dalla sabbia, mentre una è deceduta. Anche la vita sociale e istituzionale del Paese sono state paralizzata da questi eventi estremi. Il primo ministro iracheno, Mustafa al-Kadhemi, ha ordinato la chiusura delle istituzioni statali, fatta eccezione per i servizi sanitari e di sicurezza.
Purtroppo non si è trattato un fenomeno isolato: nel giro di meno di un mese sul Paesi si sono abbattute 9 tempeste di sabbia. E per l’Iraq potrebbe essere soltanto l’inizio. Questa nazione, infatti. è considerata una delle più vulnerabili al mondo a livello climatico e fra le più esposte al rischio desertificazione. Secondo il Ministero dell’Ambiente iracheno, entro i prossimi 20 anni il Paese dovrà sopportare una media di 272 giorni di tempeste di sabbia l’anno, che potrebbero diventare 300 entro il 2050.
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Fonti: João Campos (Twitter)/Al Jazeera
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