Per la prima volta in Europa, arriva il congedo climatico retribuito: la lezione che la Spagna dà al mondo dopo l’alluvione

Il governo spagnolo ha approvato una misura per consentire ai lavoratori di rimanere a casa durante eventi meteorologici estremi. Questa decisione, presa in risposta alle recenti alluvioni che hanno causato oltre 220 vittime, è un passo importante per tutelare i cittadini e adattarsi ai cambiamenti climatici

Mentre molti Paesi sono ancora alle prese con la sfida di adattarsi ai cambiamenti climatici, la Spagna fa un passo avanti nella tutela dei cittadini e introduce un “congedo climatico” retribuito. A un mese esatto dalle devastanti alluvioni che hanno colpito Valencia, causando la morte di 224 persone, il governo spagnolo ha approvato una legge che consente ai lavoratori di assentarsi dal lavoro fino a quattro giorni durante le emergenze meteorologiche.

Questa misura, fortemente voluta dalla ministra del Lavoro Yolanda Díaz, nasce dalla necessità di proteggere i lavoratori e evitare che si mettano in viaggio durante eventi meteo estremi, come alluvioni, esondazioni o tempeste, sempre più frequenti e intensi a causa del cambiamento climatico.

“Di fronte al negazionismo climatico, il governo spagnolo si impegna in politiche green”, ha dichiarato Díaz, sottolineando l’importanza di questo provvedimento “salva vite”.

Ma cosa si intende esattamente per “congedo climatico”? Si tratta di un permesso retribuito che i lavoratori possono richiedere quando le autorità emettono un’allerta meteo per eventi estremi che potrebbero mettere a rischio la loro incolumità. Questa misura si inserisce in un contesto più ampio di politiche di adattamento ai cambiamenti climatici, che mirano a ridurre la vulnerabilità delle comunità e dei sistemi socio-economici agli impatti di eventi meteorologici sempre più frequenti e intensi.

L’iniziativa spagnola è ispirata a una legge simile già in vigore in Canada dal 2021. Ma la Spagna fa di più: non solo concede ai lavoratori il diritto di rimanere a casa in caso di allerta meteo, ma obbliga anche le aziende a dotarsi di protocolli specifici per affrontare le emergenze climatiche entro 12 mesi. “I rischi climatici non sono gli stessi per un lavoratore che lavora in un’impresa edile o all’aperto e per un lavoratore che, ad esempio, lavora in un’infermeria o in una biblioteca”, ha spiegato Díaz. “Per questo stiamo dando alle aziende spagnole il mandato di dotarsi, entro 12 mesi, di protocolli d’azione”.

La decisione del governo spagnolo arriva dopo le polemiche seguite alle alluvioni di Valencia, quando diverse aziende erano state criticate per aver ordinato ai dipendenti di recarsi al lavoro nonostante l’allerta rossa emessa dall’agenzia meteorologica nazionale. Molte delle vittime, infatti, hanno perso la vita proprio mentre si recavano al lavoro.

Il “congedo climatico” è un esempio concreto di come la politica possa e debba intervenire per proteggere i cittadini e adattarsi ai cambiamenti climatici. Mentre i governi sono spesso restii ad approvare leggi che potrebbero “rallentare” l’economia, la realtà è che i danni causati dagli eventi estremi stanno diventando insostenibili, sia in termini economici che sociali.

Il governo spagnolo ha stimato che la catastrofe di Valencia costerà alle casse dello Stato almeno 2,3 miliardi di euro. Anche in altri Paesi, la situazione è drammatica: i costi economici e sociali degli eventi meteorologici estremi sono in costante aumento. Questi eventi possono causare danni alle infrastrutture, interruzioni delle attività produttive, perdite di posti di lavoro e problemi di salute pubblica.

Prepararsi ad affrontare le emergenze climatiche è quindi fondamentale, non solo per i governi, ma anche per le aziende. Adottare misure preventive, come piani di evacuazione, sistemi di allerta precoce e protocolli di sicurezza, può contribuire a ridurre i rischi e minimizzare le perdite.

Di fronte a questa realtà, negare la crisi climatica è un atto di irresponsabilità. L’esempio della Spagna dimostra che è possibile adottare misure concrete per proteggere i cittadini e adattarsi ai cambiamenti climatici, senza compromettere l’economia. Anzi, intervenire tempestivamente può evitare costi economici e sociali ben più elevati nel lungo periodo.

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