Aria condizionata: gli europei non riusciranno a pagare le bollette dopo il caldo estremo di questa estate

Più di 50 milioni di persone in Europa sono in "povertà energetica". Cosa significa? Che non tutte le famiglie non possono permettersi bollette esorbitanti e così i servizi energetici essenziali necessari per garantire un tenore di vita dignitoso

L’aumento dei tassi di povertà energetica è dovuto ai prezzi ormai elevati dell’energia, ai redditi che rimangono bassi e alle abitazioni non ben isolate e che, dunque, rimangono insalubri. L’esito di tutto ciò? Una vera e propria “povertà energetica” che nell’Ue colpisce ormai circa 50 milioni di persone.

Un autentico paradosso, insomma: le politiche dell’Unione europea si sforzano di affrontare il problema come parte di una transizione energetica giusta e inclusiva, ma, a causa delle complesse origini della povertà energetica e degli impatti ancora poco studiati degli interventi energetici, non si sa ancora se certi approcci determinino risultati più equi nel complesso per i cittadini coinvolti.

Ne scaturisce, così, quello che emerge dal nuovo report della Commissione europea “Energy Justice Insights from Energy Poverty Research and Innovation Experiences”, che sottolinea come il problema sia sempre più diffuso nel Vecchio Continente e come il concetto di “giustizia energetica” andrebbe inserito in un più ampio quadro giuridico comunitario.

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Secondo il rapporto, redatto dal Joint Research Centre, nel 2022 erano circa 42 milioni le persone in tutta Europa che non riuscivano a riscaldare adeguatamente le proprie case, vale a dire il 9,3% dei cittadini europei. Oggi, le stime della Commissione parlano di quasi 8 milioni di persone in più. Nell’ultimo anno e mezzo, si legge nel rapporto, la situazione è peggiorata a causa degli effetti postumi della crisi pandemica, aggravati successivamente dall’impennata senza precedenti dei prezzi dell’energia come diretta conseguenza dell’invasione russa dell’Ucraina.

E non solo: a ciò si aggiunge che, secondo gli esperti, l’Europa è il continente che si sta riscaldando più rapidamente del Pianeta, con un aumento delle temperature pari a circa il doppio della media globale. Il numero di europei esposti al caldo estremo aumenterà da 10 milioni a 100 milioni entro il 2100 e, stando ai dati Eurostat, fino al 19% delle famiglie europee non gode di una temperatura confortevole in estate. Lo scarso isolamento, la mancanza di ventilazione, redditi bassi e bollette alte, l’assenza di protezione dal sole e le scarse opzioni di climatizzazione lasciano milioni di persone esposte a un caldo potenzialmente pericoloso.

In questo scenario, lo studio della Commissione europea ha anche indagato sul rapporto tra giustizia energetica e interventi avviati da alcuni degli Stati membri con progetti di ricerca finanziati dall’Unione europea e ha evidenziato diversi fattori cosiddetti “contestuali”, come la mancanza di accessibilità economica, inadeguatezza politica, crisi economiche, politiche, sociali e  mancanza di accessibilità all’energia.

energia povertà

Per evitare che questo accada, i criteri dei quali dovrebbe essere composta la giustizia energetica, scrivono concludendo i  ricercatori, sono quelli di:

  • “non lasciare indietro nessuno”“
  • trasparenza”
  • “benessere”
  • “sensibilità verso il prossimo”
  • “protezione ambientale”
  • “necessità di un cambiamento sistemico”
  • “ricerca dei risultati sul lungo termine”

Le complesse ingiustizie energetiche colpiscono in modo sproporzionato le famiglie vulnerabili e povere. Ma quanto siamo pronti e disponibili a guardare oltre e ad assecondare una ad una delle loro esigenze?

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