Anche quest’anno Sanremo si tinge di green… washing: Coca Cola ed Eni sul palco più prestigioso della musica italiana

In programma dal 6 febbraio, torna Sanremo edizione 74 e – di nuovo – compare il greenwashing di ENI, tra i principali sponsor dell'evento canoro dell'anno. Ma non basta: quest'anno c'è anche la novità targata Coca Cola

Anno 2024, 74esima edizione del Festival di Sanremo e nulla cambia: ENI è ancora lì, per il terzo anno consecutivo, tra i principali sponsor della vetusta kermesse canora. Nuova operazione di greenwashing, dunque, del colosso petrolifero sul palco dell’evento italiano più rumoroso dell’anno. E non solo.

Anzi, per l’edizione 2024 ENI addirittura raddoppia: come se non bastasse, per fingersi green, il colosso del petrolio e del gas sarà infatti presente sul palco dell’Ariston sia con Plenitude che con Enilive.

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ENI è il principale emettitore di CO₂ in Italia e, secondo i suoi piani, continuerà a investire sui combustibili fossili. Anche se la multinazionale prova a dipingersi come attenta all’ambiente, sappiamo che per ogni euro investito in Plenitude, ENI ha investito 15 euro in petrolio e gas. Inoltre, poiché la gran parte degli investimenti di Plenitude sono diretti ad attività energetiche non rinnovabili, possiamo stimare che per ogni euro investito da ENI in fonti fossili meno di sette centesimi vengono investiti in energie rinnovabili.

Mentre assistiamo all’aggravarsi della crisi climatica in Italia e nel mondo, chi ne è fra i principali responsabili come ENI continua a inquinare indisturbato promuovendo un’immagine green che non trova riscontro nella realtà – dichiara Federico Spadini, campagna clima di Greenpeace Italia. Il greenwashing di ENI è subdolo e diffuso, con sponsorizzazioni di eventi culturali e manifestazioni sportive, accordi con scuole e università, pubblicità sui media per condizionare l’informazione sul clima. Il Festival di Sanremo non dovrebbe più accettare finanziamenti da un’azienda come ENI che, continuando a lucrare sul gas e sul petrolio, causa migliaia di morti ogni anno.

Le emissioni dell’azienda potrebbero essere evitate se ENI cambiasse il proprio piano industriale e abbandonasse le fonti fossili perseguendo gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima.

Per questo motivo, lo scorso maggio Greenpeace Italia, ReCommon e dodici cittadine e cittadini italiani hanno presentato “La Giusta Causa”, una causa civile nei confronti di ENI e, in quanto azionisti rilevanti, del Ministero dell’Economia e delle Finanze e di Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. L’intento è obbligare l’azienda a cambiare il suo modello industriale per non aggravare ulteriormente la crisi climatica a cui ha consapevolmente contribuito con la sua condotta negli ultimi decenni. La prima udienza de “La Giusta Causa” si terrà il prossimo 16 febbraio al Tribunale di Roma.

Nel 2022, il lancio della compagnia Plenitude, avvenuta proprio in occasione del Festival di Sanremo, accese le polemiche tra le associazioni ambientaliste. Fu allora che, durante la quarta serata del festival la band La Rappresentante di Lista e Cosmo hanno urlato “Stop greenwashing”, proprio in riferimento a ENI Plenitude, alla fine della loro esibizione. E il loro coraggioso gesto non è passato inosservato.

Non solo ENI…

Sembra uno scherzo ma non lo è, ma risulta invece la conferma che gli organizzatori del Sanremo non siano per nulla intenzionati a dare messaggi forti e chiari contro la crisi climatica. Ad essere partner del Festival compare, per la prima volta, anche Coca Cola con un nuova campagna pubblicitaria realizzata ad hoc per celebrare la pizza.

Coca Cola dichiara che la sua presenza sul palco dell’Ariston sarà all’insegna della sostenibilità e del riciclo: le bottiglie di plastica e le lattine in alluminio che distribuite nella settimana del Festival saranno infatti raccolte (e menomale!) e avviate al riciclo. Tutto ambientalismo di facciata, lo sappiamo bene: Coca-Cola ancora produce circa 3 milioni di tonnellate all’anno di bottiglie in plastica, pari a circa 200mila bottiglie al minuto per un totale di 100 miliardi l’anno. Ecco perché è ad oggi ancora il primo produttore al mondo di rifiuti di questo materiale.

Insomma, sul palco del favolisissimo Festival della canzone italiana si consumerà nuovamente un autentico disastro ambientale. Basta aprire solo un po’ gli occhi, oltre che le orecchie.

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