Inaspettate alte temperature sorprendono i turisti sull’Aiguille du Midi, mentre la Mer de Glace mostra i segni del cambiamento climatico con il rosso della polvere del Sahara
In questi giorni, i turisti che hanno raggiunto la vetta dell’Aiguille du Midi, a oltre 3800 metri di altitudine, sono stati sorpresi da un caldo inaspettato. Molti di loro, pur avendo portato con sé abbigliamento adeguato per temperature rigide, si sono ritrovati a indossare solo magliette a maniche corte.
Le previsioni meteorologiche di domenica indicavano uno zero termico compreso tra i 4500 e i 4900 metri per la giornata di lunedì. Tuttavia, durante la notte tra domenica e lunedì, un seracco è crollato lungo la via normale del Mont Blanc du Tacul, causando la morte di un alpinista e il ferimento di altri quattro.
Sulla Mer de Glace, il grande ghiacciaio del massiccio del Monte Bianco, è evidente la presenza di polvere del Sahara che ha colorato il manto glaciale di un insolito rosso. Le immagini, catturate dalla funivia che collega Punta Helbronner con l’Aiguille du Midi, mostrano chiaramente questo fenomeno. La polvere del Sahara riduce la capacità del ghiacciaio di riflettere la luce solare, accelerando così la fusione della neve e del ghiaccio.
Proiezioni future: come saranno le Alpi nel 2050?
Il crollo del seracco e il cambiamento cromatico della Mer de Glace sono segnali evidenti degli effetti del cambiamento climatico sulle Alpi. Le alte temperature e l’incremento di fenomeni come la deposizione di polvere sahariana stanno influenzando drasticamente l’ecosistema alpino. Gli esperti sottolineano l’importanza di monitorare costantemente queste aree per comprendere meglio l’impatto del riscaldamento globale e adottare misure di mitigazione efficaci.
Secondo uno studio recente, entro il 2050 le montagne del Massiccio del Monte Bianco subiranno cambiamenti significativi. La temperatura media potrebbe aumentare fino a 3°C, portando a una drastica riduzione dell’innevamento. I ghiacciai situati al di sotto dei 1500 metri di altitudine sono destinati a scomparire, mentre quelli a quote più elevate continueranno a ritirarsi rapidamente. La Mer de Glace, per esempio, ha già perso circa 100 metri di spessore negli ultimi venti anni e la situazione è destinata a peggiorare.
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Fonte: Centre d’Etudes de la Neige
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