Gli alberi femminili vengono abbattuti per raccogliere i prelibati frutti - ma c'è un'alternativa alla distruzione della foresta che non contempla l'abbattimento delle piante?
Una gestione responsabile e sostenibile delle torbiere tropicali è fondamentale per mitigare gli effetti della crisi climatica in atto, ma anche per tutelare la biodiversità e difendere i mezzi di sussistenza delle comunità locali che vivono nelle loro vicinanze.
Purtroppo, però, spesso l’attenzione posta alla natura e alla salvaguardia degli ecosistemi è insufficiente a garantirne la sopravvivenza – a danno dell’ambiente ma anche nostro.
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È il caso degli alberi di Mauritia flexuosa, una palma endemica dell’Amazzonia peruviana, la cui presenza sul territorio rappresenta uno degli ecosistemi più densi di carbonio di tutta l’Amazzonia. I prelibati frutti di queste piante vengono tradizionalmente raccolti abbattendo le palme femminili (quelle che producono i frutti) – e questo rilascia nell’atmosfera ingenti quantità di CO2.
Ora un gruppo di ricercatori internazionale, guidato dall’Università di Leeds, si è interessato ai danni ambientali provocati dall’abbattimento di queste palme al fine di raccogliere i frutti. Gli scienziati hanno esaminato 93 siti in cui gli alberi da frutto sono stati abbattuti, producendo mappe e analisi dettagliate per rivelare l’entità del danno ambientale ed economico causato dall’abbattimento delle palme femminili.
Le prime drammatiche conseguenze di questo abbattimento selvaggio sono per le popolazioni locali, che vivono del consumo e della vendita dei piccoli frutti, che può rappresentare fino al 22% del reddito familiare. L’abbattimento delle palme femminili ha dimezzato la produzione dei frutti sulla media annuale – una chiara dimostrazione dell’impatto dell’uomo sull’ecosistema.
https://www.greenme.it/ambiente/cinque-strategie-crisi-climatica/
La specie, infatti, è detta dioica – presenta cioè alberi maschili e femminili – e solo gli alberi femminili producono i frutti. L’abbattimento delle palme fruttifere sta riducendo gli esemplari femminili della specie, con molti siti che ospitano ormai solo palme maschili che non producono frutti. Si consideri che un albero di questa specie impiega circa 10 anni per crescere e raggiungere la maturità.
Per fortuna, esiste un sistema di raccolta dei frutti che non contempla l’abbattimento degli alberi e che viene già praticato da alcune comunità amazzoniche: si tratta, in pratica, di arrampicarsi sugli alberi femminili e raccogliere i preziosi frutti. Nelle comunità in cui i frutti vengono raccolti per arrampicamento è stata attestata la presenza di un maggior numero di piante femminili.
Secondo le stime dei ricercatori, se tutte le comunità smettessero di abbattere gli alberi e iniziassero a raccogliere i frutti arrampicandosi sui lunghi tronchi (alti fino a 40 metri), il raccolto medio annuo potrebbe aumentare del 51% – una bella spinta per la fragile economia locale, che si tradurrebbe in un guadagno di circa 62 milioni di dollari in più.
Ma non solo: aumentare la protezione di queste foreste tropicali apporterebbe grandi benefici anche dal punto di vista dell’ambiente. Si tutelerebbero le torbiere, ricche di carbonio che non verrebbe così rilasciato nell’atmosfera – un importante contributo alla mitigazione degli effetti della crisi climatica in atto.
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Fonte: Nature Sustainability
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