Il clima ci preoccupa tanto quanto il Covid (ma non abbiamo più tempo)

Per un italiano su due, la crisi climatica rappresenta un problema da risolvere al più presto con la massima urgenza.

A mettere in allarme gli italiani al momento non è solo il Covid-19, ma anche il futuro della Terra. Per un italiano su due, infatti, la crisi climatica rappresenta un problema da risolvere con la massima urgenza, mentre 9 cittadini su 10 sono pronti a cambiare stile di vita per salvare il Pianeta.

A confermare l’anima green degli italiani è unindagine SWG commissionata dall’Ambasciata britannica. Lo studio è stato realizzato a meno di un anno dal summit Onu sui cambiamenti climatici Cop26, che sarà ospitato dal Regno Unito a Glasgow.

La conferma di una maggior interesse degli italiani verso l’ambiente proviene anche dalle ricerche su Google. “Come cambiare il mondo” è stato cercato il doppio delle volte rispetto a “come tornare alla normalità“. E “come fermare il cambiamento climatico” non è mai stato tanto cercato quanto nel 2020.

L’indagine SWG “Gli italiani e il clima ai tempi del Covid” 

Secondo lo studio condotto da SWG, il 74% degli italiani intervistati ritiene che la diffusione delle malattie infettive e i cambiamenti climatici siano le due questioni più urgenti da affrontare in questa fase. I cambiamenti climatici rappresentano un problema “di gravità massima” per il 49% dei partecipanti alla ricerca, soprattutto tra i giovani tra i 18 e i 24 anni e gli over 64.

L’86% degli italiani intervistati auspica un maggior coinvolgimento delle persone nella tutela della natura e dell’ambiente. La stessa percentuale di italiani si dice preoccupata per il riscaldamento del pianeta (+6% rispetto al 2017), con le donne (90%) più sensibili degli uomini (81%).

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©SWG

La tutela dell’ambiente è ormai considerata una necessità per 2 italiani su 3, mentre solo 1 su 10 ritiene che sia incompatibile con lo sviluppo economico.

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©SWG

Infine, 9 italiani su 10 hanno dichiarato di essere pronti a cambiare stile di vita per il bene della Terra, riciclando di più ed evitando l’usa e getta. 

Italiani e tutela del Pianeta: la presa di coscienza non basta

Il 2020, però, non è stato solo l’anno della consapevolezza ma anche quello dell’usa e getta e del cosiddetto “pandemic trash”, generato dall’inadeguato smaltimento dei rifiuti come guanti e mascherine che vengono lasciati per le strade, nei parchi e dispersi nelle acque dei fiumi dei mari.

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Il 2020 è stato un anno letteralmente di fuoco in cui si sono verificati incendi che hanno devastato diverse aree della Terra, dalla California all’Amazzonia, portando alla distruzione di numerosi habitat e mettendo in pericolo centinaia di persone. L’anno che sta per concludersi è stato terribile anche per la questione dell’inquinamento atmosferico. Infatti, nonostante il blocco delle attività a causa del Covid-19, l’anidride carbonica ha toccato livelli record in Europa, in particolare in Italia.

La pandemia avrebbe dovuto insegnarci a rispettare di più il Pianeta e gli animali e portarci a un’inversione di rotta, ma a quanto pare non abbiamo imparato niente. La risposta dell’uomo, in preda alla paura della diffusione del Covid-19, è stata disumana come testimoniano le terrificanti immagini dell’abbattimento di migliaia di visoni, uccisi in una camera a gas e poi gettati come se fossero spazzatura. Tutto ciò non è affatto rispettoso verso la natura né coerente con la presa di coscienza nei confronti della crisi climatica.

Ben venga la consapevolezza, ma non è più tempo di sondaggi e ricerche e noi di greenMe lo ripetiamo da oltre 10 anni. È arrivato il momento di agire e cambiare stile di vita per salvare il nostro Pianeta, prima che sia troppo tardi.

Fonte: SWG

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