Tira una brutta aria in quel di Pechino. Nei giorni scorsi le città del nord-est della Cina hanno raggiunto livelli record di inquinamento atmosferico. Una spessa nube di smog ha pervaso ogni angolo delle città. Aria irrespirabile e visibilità ridotta a Shenyang, che ha conquistato il triste primato di città più inquinata del pianeta
Tira una brutta aria in quel di Pechino. Nei giorni scorsi le città del nord-est della Cina hanno raggiunto livelli record di inquinamento atmosferico. Una spessa nube di smog ha pervaso ogni angolo delle città. Aria irrespirabile e visibilità ridotta a Shenyang, che ha conquistato il triste primato di città più inquinata del pianeta.
Domenica scorsa, l’indice PM2.5 in città hanno superato i 1.000 microgrammi per metro cubo, raggiungendo anche 1.400 in alcune zone. Per dare un’idea, siamo oltre 40 volte il limite di sicurezza dell’OMS. Non a caso si è parlato di “airpocalypse”.
La visibilità nella capitale provinciale è stata al di sotto dei 100 metri. “Le letture di Shenyang sono forse tra i più alti livelli di inquinamento mai registrati in Cina da quando il paese ha iniziato a monitorare la qualità dell’aria e il rilascio dei dati in tempo reale nel 2013”, riferisce SCMP.
Lentamente, la situazione sembra stia lievemente migliorando, anche se i livelli di polveri sottili a Shenyang, Changchun e Jilin, sono ancora al di sopra della soglia di sicurezza.
La causa di questa smisurata presenza di veleni è legata in questo caso al carbone utilizzato per il riscaldamento invernale. La scorsa settimana, il New York Times ha riferito che la Cina brucia fino al 17% in più di carbone di quello che dice di fare ogni anno.
E le autorità municipali e ambientali? Non sono di certo mancate le accuse nei loro confronti per la gestione inefficace della crisi dell’aria. Molti residenti hanno lamentato il fatto che le autorità non abbiano emesso un messaggio di emergenza prima.
Un problema globale ma che in Cina raggiunge proporzioni ancora più preoccupanti. A causa dell’inquinamento atmosferico in Cina ogni anno muoiono 1,4 milioni di persone. Le autorità non sono neanche in grado di stimare quando l’aria possa raggiungere livelli considerati sani.
Nel 2013, dopo un inverno particolarmente freddo, molti cinesi lasciarono città come Pechino a causa dei problemi di salute. Da lì la decisione del governo centrale di vietare la costruzione di nuove centrali elettriche a carbone nelle principali regioni industriali di Pechino, Shanghai e Guangzhou.
Oggi la Cina sta guardando anche alle rinnovabili con un nuovo interesse, cercando di ridurre la propria dipendenza dalle fossili. La strada da fare è ancora tanta e queste immagini mostrano ancora una volta come sia drammatica la situazione per gli abitanti.
Francesca Mancuso
Foto: Shanghaiist
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