Cile, Argentina e Bolivia si sono alleate per proteggere le saline dall’estrazione del litio. L’obiettivo si estende anche a favorire la conservazione di questi ecosistemi molto delicati
Le organizzazioni dei tre Paesi che compongono il cosiddetto triangolo del litio (Cile, Argentina e Bolivia) stanno cercando di unire le strategie e di portare in spazi come la COP 28 il dibattito sull’impatto della transizione energetica e del suo utilizzo di metalli come il rame e il litio sulle saline e sulle zone umide andine.
Le saline, come quelle che abbondano in Cile, Argentina e Bolivia, sono in realtà zone umide, anche se l’industria le tratta come miniere di litio, un metallo ambito per produrre batterie per la transizione alle energie rinnovabili.
Di fronte all’aumento dei progetti di estrazione del litio, le organizzazioni ambientaliste dei tre Paesi hanno annunciato la formazione di un’Alleanza per le zone umide andine, che promuoverà la conservazione di questi ecosistemi.
L’alleanza è composta da otto organizzazioni dei tre Paesi, oltre all’Associazione interamericana per la difesa dell’ambiente (AIDA). Alcune di esse, come la ONG cilena FIMA, saranno presenti alla COP 28 a Dubai dal 30 novembre, dove cercheranno di aprire il dibattito sugli impatti della transizione energetica su questi ecosistemi e sulle comunità che dipendono da essi.
Gli obiettivi dell’alleanza per difendere le saline
Le organizzazioni che compongono l’alleanza lavorano da tempo con le comunità indigene e le organizzazioni locali per proteggere le zone umide andine e costruire alternative socio-economiche all’estrazione mineraria.
A ciò si aggiunge il sostegno alle comunità indigene nell’accesso a informazioni accurate sui progetti e sui loro impatti e la partecipazione a tutti i processi in cui viene presa in considerazione l’opinione delle comunità, due diritti fondamentali tutelati dall’Accordo di Escazú.
L’alleanza cerca quindi di coordinare gli sforzi per difendere le zone umide andine nei tre Paesi che compongono il cosiddetto triangolo del litio, condividendo le lezioni apprese, creando un fronte e un discorso comune e mettendo in evidenza le conoscenze ancestrali sugli ecosistemi.
Le zone umide andine, come le saline, i laghi e le lagune, sono ecosistemi estremamente fragili a causa delle condizioni estreme in cui si trovano, oltre a essere l’habitat di molte specie e a contribuire in modi ancora sconosciuti al ciclo idrologico e alla disponibilità di acqua nei territori.
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Fonte: FARN
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