Mozambico e Zimbabwe in ginocchio a causa di un violento tifone che ha colpito i due paesi. Sono circa 160 le vittime e numerosi i dispersi. Un altro fenomeno estremo uccide e devasta. E non si può non pensare che alla base vi sia l'aumento globale delle temperature
Mozambico e Zimbabwe in ginocchio a causa di un violento ciclone che ha colpito i due paesi. Sono circa 160 le vittime e numerosi i dispersi. Un altro fenomeno estremo uccide e devasta. E non si può non pensare che alla base vi sia l’aumento globale delle temperature.
Quasi 850.000 persone – metà delle quali si stima siano bambini – sono state colpite dalle gravi inondazioni in Malawi e Mozambico dovute al ciclone tropicale Idai, che ha portato con se piogge molto violente e venti fino a 170 km/h.
Il ciclone ha toccato terra giovedì sera a Beira, città portuale e quarto centro urbano del Mozambico, lasciando i 500.000 residenti senza linee elettriche e di comunicazione. Ma domenica ha fatto letteralmente una strage. Secondo le prime stime del governo, in Mozambico sono 600.000 gli abitanti colpiti, di cui 260.000 bambini.
La più colpita è la città costiera di Beira dove sono stati registrati i danni maggiori, con oltre 500.000 residenti rimasti bloccati da inondazioni. Chiuso anche l’aeroporto.
Ieri il ciclone si è spostato verso lo Zimbabwe. Qui, secondo le stime del Governo, sono circa 1.600 le famiglie colpite dal ciclone nel distretto di Chimanimani, nella provincia di Manicaland, con 23 morti e 71 dispersi.
CYCLONE IDAI UPADTE:
Total confirmed fatalities-15
Injuries – 15
In Chipinge Ward 13, 7 houses destroyed. Chipinge Ward 15, 30 house damages. Chimanimani ZCDC Compound-13 houses destroyed occupants marooned on top of mountain waiting to be rescued. Winds hampering flights pic.twitter.com/nt2L25wUTW— Ministry of Information, Publicity & Broadcasting (@InfoMinZW) 16 marzo 2019
Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza nelle zone colpite dalla tempesta, la peggiore degli ultimi 20 anni, da quando il ciclone Eline devastò lo Zimbabwe orientale e meridionale nel 2000. Dal canto suo, il paese stava già soffrendo a causa di una grave siccità.
After making landfall in #Mozambique, Cyclone Idai hit eastern #Zimbabwe with flash flooding resulting in death and destruction of livelihoods #CycloneIdaihttps://t.co/eSVC3RnK9J pic.twitter.com/YJRF2faArN
— UN Humanitarian (@UNOCHA) 17 marzo 2019
Anche se l’entità dell’impatto del ciclone non è ancora definitiva, le conseguenze sono facilmente ipotizzabili. Oltre a case, scuole e ospedali distrutti, sarà difficile anche l’accesso all’acqua potabile per le comunità colpite aumentando così il rischio di malattie infettive veicolate dall’acqua.
Situation in Nhedziwa Growth Point Chimanimani. Roads covered in water and some homes destroyed. pic.twitter.com/dVRKCoakye
— CORAH FM (@CorahOnline) 16 marzo 2019
Non solo Mozambico e Zimbabwe
Dall’inizio di marzo, le inondazioni provocate dal sistema meteorologico connesso al ciclone tropicale Idai hanno colpito oltre un milione di persone e causato almeno 145 morti. In Malawi, secondo i dati diffusi dal Governo, oltre 922.900 persone (metà delle quali bambini) sono state colpite, provocando 56 morti e 577 feriti.
Anche se fenomeni di questo tipo si verificano periodicamente, la loro maggiore frequenza negli ultimi anni inizia a far paura. Diversi studi hanno confermato che i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale siano alla base di un aumento di fenomeni estremi.
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Francesca Mancuso