Dopo il forte terremoto in Croazia, in Slovenia è stata chiusa per precauzione la centrale nucleare di Krsko. Ma l'impianto resterà attivo fino al 204.
Dopo il violento terremoto che ieri ha sconvolto la Croazia, per precauzione è stata chiusa la centrale nucleare di Krško, in Slovenia.
Il forte sisma di magnitudo 6.4, che ha raso al suolo il centro di Petrinja e provocato vittime e diversi feriti, è stato avvertito anche nei Paesi vicini, tra cui l’Italia e la Slovenia. E se la scossa più lieve avvenuta il giorno precedente vicino Zagabria non aveva avuto alcun impatto sull’operatività dell’impianto nucleare, ieri è subito scattata la procedura di emergenza e lo stop della centrale.
Quella di Krško, che si trova nel Sud della Slovenia, è l’unica centrale nucleare realizzata nell’area dell’ex Jugoslavia. E non c’è da stare tranquilli, visto che si tratta di un impianto vecchio e pericoloso e tra l’altro molto vicino all’Italia, considerato che dista circa 130 km dal confine col Friuli Venezia Giulia.
La costruzione dell’impianto, progettato negli anni Settanta, è avvenuta nel 1975. E dall’agosto del 1982 è in funzione e dovrebbe restare operativa fino al 2043. Attualmente l’impianto è gestito dalla società “Nuklearna Elektrarna Krško” (NEK), in comproprietà tra Slovenia e Croazia.
La centrale nucleare di Krško è dotata di un reattore ad acqua leggera pressurizzata Westinghouse da 2.000 MW e fornisce elettricità sia alla Croazia che alla Slovenia, erogando circa 650 MW. Il reattore è stato modernizzato nel 2000. Qualche anno fa l’operatività della centrale nucleare è stata estesa dal 2023 al 2043.
Nel 2008 l’impianto è stato spento a seguito di una perdita del circuito di raffreddamento primario. Il problema suscitato grande apprensione nell’opinione pubblica europea, ma le autorità slovene e l’Agenzia internazionale per l’energia atomica hanno minimizzato la questione e rassicurato i cittadini, chiarendo che non si trattava di un episodio grave.
Ma finché la centrale nucleare di Krško e tutte quelle attive negli altri stati non verranno chiuse definitivamente e smantellate, l’Europa non potrà dormire sogni tranquilli per la paura di rivivere l’incubo di Chernobyl.
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