CETA, il Parlamento europeo ha detto sì e ha ratificato l’accordo di libero scambio tra Canada e UE, che punta a eliminare le barriere tariffarie e gli ostacoli al commercio e agli investimenti dovuti alle differenze normative tra i due paesi
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CETA, il Parlamento europeo ha detto sì e ha ratificato l’accordo di libero scambio tra Canada e UE, che punta a eliminare le barriere tariffarie e gli ostacoli al commercio e agli investimenti dovuti alle differenze normative tra i due paesi.
Dopo il voto della Commissione e del Consiglio UE che avevano già approvato il CETA, adesso è arrivato anche il via libera da parte del Parlamento Europeo. Gli eurodeputati hanno votato in gran segreto, approvando con 408 voti in favore, 254 voti contrari e 33 astensioni. La loro decisione avrà ripercussioni serie non solo sull’ambiente ma anche sulla nostra salute.
Purtroppo abbiamo perso l’ultima occasione utile in questo senso visto che è l’ultima volta in cui l’Unione Europea sarà chiamata in causa. Un accordo votato in segretezza, e ciò lascia pensare. Ma perché nascondere le votazioni?
Quali sono adesso i rischi del Ceta?
I timori sono tutt’altro che infondati.
Il rischio di ingresso di OGM e pesticidi attualmente vietati
Non solo non si vieta l’ingresso di alimenti contenenti OGM e sostanze chimiche tossiche, ma si da di fatto il via libera a una deregolamentazione ampia e irreversibile. Non si torna indietro.
Ricordiamo inoltre che in Italia c’è ancora il divieto di coltivazione in campo degli Ogm, ma il nostro paese di recente ha detto sì in Europa all’autorizzazione di nuovi. Tuttavia, fa sapere il Parlamento Ue,
“per fugare le preoccupazioni dei cittadini che l’accordo dia troppo potere alle multinazionali e che i governi non possano legiferare per tutelare la salute, la sicurezza o l’ambiente, l’UE e il Canada hanno entrambi confermato esplicitamente, sia nel preambolo dell’accordo sia nella dichiarazione comune allegata, il diritto degli Stati a rifarsi al diritto nazionale”.
Importazione di prodotti derivati da animali trattati con ormoni della crescita
Tra le pagine del CETA, infatti è possibile trovare gravi pericoli per la salute e l’ambiente. Uno di questi riguarda l’importazione di prodotti derivati da animali trattati con ormoni della crescita. Sarebbe bastato questo a fermare il trattato, pensato per arricchire pochi e danneggiare molti.
Equivalenza delle misure sanitarie e fitosanitarie di Europa e Canada
Basta leggere l’allegato 5-D per rendersi conto, senza tanti sforzi, di quello che sarà. Nel trattato vi sono infatti le linee guida per il riconoscimento di equivalenza delle misure sanitarie e fitosanitarie nei due Paesi. Ciò significa che il CETA permetterà di ottenere il mutuo riconoscimento di un prodotto – e quindi evitare nuovi controlli nel Paese in cui verrà venduto – se si è in grado di dimostrarne l’equivalenza con quelli commercializzati dalla controparte. La sostanziale equivalenza verrà valutata basandosi su una serie di criteri o linee guida che tuttavia non sono definiti.
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Glifosato, uno dei timori più fondati
Il glifosato, minaccia più che mai concreta. Non si può di certo dire no a questa sostanza solo perché lo Iarc, massima agenzia mondiale per la ricerca sul cancro, emanazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, lo ritiene probabilmente cancerogeno.
Se in Europa se ne vietasse l’uso, che ne sarebbe del grano canadese importato? Dovrebbe essere prodotto senza usare l’erbicida.
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Nelle mani del controllore senza controllo
Il Ceta potrà essere implementato dopo la ratifica dall’organismo di cooperazione regolatoria. Si tratta di un gruppo di tecnici il cui operato non è soggetto ad alcun controllo pubblico.
Crescita economica irrisoria per l’Europa e perdita di posti di lavoro
Secondo uno studio indipendente, l’entrata in vigore del CETA provecherebbe la perdita di circa 200 mila posti di lavoro nell’Unione europea. Inoltre, secondo quanto stimato dalla stessa Commissione europea, l’adozione di questo trattato vedrebbe nel lungo periodo in Europa una irrisoria crescita economica compresa tra lo 0,02 e lo 0,03%. In Canada invece tale percentuale è compresa tra lo 0,18 e lo 0,36%.
L’Investment Court System (ICS), il sistema di tutela degli investimenti delle multinazionali
L’ICS assicura agli investitori stranieri particolari privilegi e minaccia il diritto dei governi di adottare e far rispettare leggi di interesse pubblico, come la protezione dell’ambiente o della salute pubblica. Grazie al CETA, l’Ics permetterebbe alle multinazionali di citare in giudizio i singoli Stati, ma non consentirebbe il contrario. Se l’ICS non dovesse passare l’esame di legittimità della Corte di giustizia europea, si bloccherebbe l’applicazione del CETA. Contro questo punto si è schierato apertamente il Belgio, che sta valutando di chiedere alla Corte di giustizia europea di pronunciarsi sulla legittimità
“Questo accordo commerciale rischia di minare la democrazia e lo stato di diritto in Europa, a vantaggio di una manciata di multinazionali”, ha detto Federica Ferrario di Greenpeace Italia.
“Oggi è stata scritta una pagina oscura per la democrazia in Europa, ma non tutto è compromesso – dichiara Monica Di Sisto, portavoce della Campagna Stop TTIP Italia – La battaglia della società civile si sposta adesso a livello nazionale. Monitoreremo gli impatti dell’accordo, dimostrando che avevamo ragione a criticarne l’impianto, e spingeremo il Parlamento italiano a bloccare questo trattato dannoso per i nostri cittadini e lavoratori. I parlamentari europei, in particolare socialdemocratici e popolari, hanno abdicato al loro ruolo di garanti dei diritti e dell’ambiente”.
L’accordo infatti dovrà essere anche ratificato dai Parlamenti nazionali e regionali.
L’accordo CETA potrebbe applicarsi provvisoriamente dal primo giorno del mese successivo alla data cui entrambe le parti si sono reciprocamente notificate il completamento di tutte le procedure necessarie. Per i deputati tale data dovrebbe essere non prima del 1° aprile 2017.
Ancora una volta sono stati fatti gli interessi delle multinazionali.
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Per leggere il testo dell’accordo, clicca qui
Francesca Mancuso