Uno studio ha scoperto che il Great Pacific garbage patch, l'isola di plastica più estesa del Pianeta, è popolato da moltissime forme di vita portate lì dalle correnti oceaniche. Queste rischiano però di scomparire con le operazioni di rimozione dei rifiuti plastici dal Pacifico
Nell’Oceano Pacifico, tra la California e le Hawaii, vi è un’isola artificiale in continua crescita: il Great Pacific garbage patch. Anche chiamato Pacific trash vortex, questo ammasso di rifiuti plastici galleggianti è il più grande del mondo e si estende su un’area che corrisponde a tre volte la superficie della Francia.
Da anni progetti e associazioni, tra cui l’Ocean Voyages Institute e The Ocean CleanUp, stanno rimuovendo tonnellate di plastica da questa isola, ma un recente studio pubblicato sul server BioRxiv richiama l’attenzione delle ONG su un altro problema venuto fuori nel tempo che riguarda l’elevata concentrazione di organismi marini nel Great Pacific garbage patch.
I ricercatori dello studio hanno effettuato dei campionamenti per 80 giorni e tra flaconi, reti di pescatori e residui plastici di ogni genere hanno riscontrato una abbondante presenza di forme di vita acquatiche che vivono sull’interfaccia aria-acqua.
La scienza li classifica come Neuston, categoria in cui raggruppa gli organismi marini che vengono trasportati dal vento sulla superficie degli Oceani. Tali organismi, quali ad esempio la lumaca Janthina o la medusa bottone blu, sono però incapaci di nuotare. E quindi qui che entrano in gioco le correnti oceaniche che li conducono verso le isole galleggianti.
Il Neuston ha un ruolo essenziale per l’ecosistema e per la catena alimentare in quanto costituisce il nutrimento di uccelli, pesci e tartarughe marine. L’alta densità di Neuston che si è accumulata nell’isola di plastica del Pacifico rappresenta tuttavia un grave pericolo per queste specie viventi che finiscono per ingerire non solo questi organismi, ma anche grandi quantità di plastica.
Il pericolo è però maggiore se si pensa che le operazioni di raccolta della plastica dagli Oceani potrebbero spazzar via la ricca biodiversità portata qui dalle correnti. La questione è comunque molto complessa poiché mentre l’abbondanza degli organismi marini varia a seconda del loro ciclo di vita, non è così purtroppo per le tonnellate di rifiuti plastici sversate nei mari che non fanno che aumentare.
Il problema dovrebbe essere comunque risolto a monte, eliminando gradualmente la plastica, l’inquinante più dannoso mai prodotto dall’essere umano.
Fonte: BioRxiv
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