Violazione del diritto umano al clima: al via la prima causa legale contro lo Stato italiano

Il clima sta cambiando? È colpa anche dello Stato Italiano. Per la prima volta, un gruppo di cittadini, associazioni e movimenti depositerà una causa legale contro l'Italia, accusandola di non agire per contrastare il riscaldamento globale.

Violazione del diritto umano al clima: al via la prima causa legale contro lo Stato italiano

Il clima sta cambiando? È colpa anche dello Stato Italiano. Per la prima volta, un gruppo di cittadini, associazioni e movimenti depositerà una causa legale contro l’Italia, accusandola di non agire per contrastare il riscaldamento globale.

Lanciata oggi, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, la campagna “Giudizio Universale – Invertiamo il processo” pone l’accento sull’urgenza di fare qualcosa per limitare l’aumento globale delle temperature.

I cambiamenti climatici sono una minaccia reale e i loro effetti sono ormai sotto gli occhi di tutti, come abbiamo visto negli ultimi anni, con l’intensificarsi di eventi estremi. Purtroppo gli Stati del mondo non stanno facendo molto per arginare la catastrofe climatica nonostante gli accordi di Parigi.

Da questo punto di vista, l’Italia non fa eccezione. Il nostro Paese ha obiettivi di riduzione delle emissioni poco ambiziosi e non in linea con le raccomandazioni espresse dalla comunità scientifica per contenere il riscaldamento globale entro la soglia di +1,5 °C.

Una minaccia sempre più reale. Ciò, insieme alla debolezza delle misure messe in atto dagli Stati, preoccupa sempre di più l’opinione pubblica, come hanno mostrato anche le manifestazioni giovanili organizzate da Greta Thunberg, i Fridays for Future, o ancora Extinction Rebellion a Londra.

“Il movimento per la giustizia climatica rappresenta oggi uno dei fenomeni più rilevanti sulla scena internazionale, denunciando l’immobilismo dei poteri pubblici nella protezione dei diritti umani connessi al clima” spiegano gli organizzatori della campagna Giudizio Universale.

Abbiamo circa 10 anni di tempo per invertire la rotta, in caso contrario dovremo fare i conti con eventi sempre più estremi e gravi, con inondazioni, ondate di caldo, alluvioni e siccità, con pesanti perdite economiche e con ricadute sociali, sanitarie e ambientali soprattutto nei paesi più poveri.

Anche l’Italia rischia grosso. Dalle nostre parti, infatti, si andrebbe incontro a un innalzamento eccezionale delle temperature (soprattutto in estate), all’aumento della frequenza degli eventi meteorologici estremi (ondate di calore, siccità, episodi di precipitazioni intense) e a una riduzione delle precipitazioni medie annue e dei flussi fluviali.

In autunno la prima causa legale contro l’Italia sui cambiamenti climatici

Altri paesi lo hanno già fatto. Sono oltre 1000 i contenziosi in tutto il mondo che vedono schierati da una parte la società civile in oltre 25 paesi e dall’altra i vari Stati, le imprese o singoli progetti dal forte impatto sul clima.

Ad esempio, in Olanda, nel 2015, mille persone hanno fatto causa allo Stato per le scarse politiche climatiche, vincendo il ricorso in primo e in secondo grado con sentenze di condanna che hanno imposto al governo di rivedere i propri piani.

Anche l’Italia si sta muovendo in questo senso. In autunno infatti per la prima volta i cittadini porteranno in tribunale il nostro paese sui temi del clima, depositando l’atto di citazione che sancirà l’avvio del primo climate case mai intentato nel nostro paese:

“La campagna Giudizio Universale è patrimonio di tutte le organizzazioni e i movimenti sociali impegnati in questi mesi contro i cambiamenti climatici, e vuole essere un ulteriore strumento di pressione per il nostro governo in vista della prossima Conferenza Mondiale sul Clima, in Cile, per fare in modo che la COP di Santiago non sia l’ennesima occasione sprecata” spiegano gli organizzatori.

Basterà a convincere l’Italia che occorre davvero fare in fretta?

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Francesca Mancuso

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