Una catena umana lunga 10 km sulle spiagge del Salento per dire no alle trivelle in mare. Lo scorso fine settimana i turisti presenti sulle spiagge, da Felloniche a Torre Pali, si sono stretti per mano ribadendo la volontà di non far proseguire le attività e i permessi di ricerca oltre la naturale scadenza
Una catena umana lunga 10 km sulle spiagge del Salento per dire NO. Lo scorso fine settimana i turisti presenti sulle spiagge, da Felloniche a Torre Pali, si sono stretti per mano ribadendo la volontà di non far proseguire le attività e i permessi di ricerca oltre la naturale scadenza in occasione del referedum trivelle.
I manifestanti si sono dati appuntamento nei pressi di Pescoluse dove è stata presentata ai turisti e ai locali la manifestazione e spiegati i motivi:
“L’azione dei sindaci mobilitati per difendere il nostro mare a prescindere dal colore politico ha l’obiettivo di sollecitare la consultazione referendaria per chiedere l’abrogazione degli articoli 35 e 38 del decreto ‘Sblocca Italia’, relativi alle prospezioni in mare. Puntiamo sempre al dialogo e mai allo scontro convinti che solo con il confronto pacifico si possano ottenere risultati. Utilissimo e sempre crescente anche l’appoggio di cittadini e associazioni che si stanno mobilitando insieme a noi” ha detto Marcello Seclì, presidente di Italia Nostra.
Un fronte umano unito che si è schierato contro l’ulteriore sfruttamento del petrolio in mare dalle piattaforme già esistenti entro le 12 miglia, oggetto del referendum del 17 aprile. Partendo da Pescoluse, fino ad arrivare a Torre Pali e tornando indietro fino alla spiaggia di Leuca, è stata creata la catena umana che ha attraversato anche Torre Vado, San Gregorio e Felloniche
“Attraverso la protesta cerchiamo di tenere alta l’attenzione su questo tema che ci riguarda direttamente ma che dovrebbe coinvolgere tutti indistintamente, perché trivelle posizionate davanti alle coste degli altri Paesi che si affacciano sull’Adriatico e sullo Ionio rappresenterebbero un danno anche per il nostro mare”.
I sindaci dei 97 Comuni della provincia di Lecce hanno firmato un patto e aderendo ad un modello di sviluppo energetico innovativo. Spiegano gli organizzatori che la catena umana è l’emblema di tutta la battaglia.
Anche il mondo della musica e dello spettacolo è sceso in campo a favore del SI: Ficarra e Picone, Nino Frassica, Claudia Gerini, Elio Germano, Valeria Golino, Flavio Insinna, Noemi, Piero Pelù, Isabella Ragonese, Claudio Santamaria e Pietro Sermonti hanno girato un video dedicato all’“appuntamento speciale” alle urne il 17 aprile “conn il mare, le onde, i pesci, i gabbiani, le conchiglie”.
“Difendere questo mare – ha dichiarato Danilo Tasco, batterista dei Negramaro – rappresenta un dovere sociale di ogni cittadino. È importante riflettere su come l’essere umano deve assumersi le responsabilità del tempo che vive. Dobbiamo difendere l’ambiente che erediteranno i nostri figli”.
Il tema delle trivellazioni in questi giorni è uno degli argomenti caldi non solo in vista del referendum ma anche per lo scandalo Eni-Total che ha visto coinvolta Federica Guidi. Secondo alcune intercettazioni, il ministro dello Sviluppo Economico avrebbe favorito l’interesse del compagno per far velocizzare le procedure di realizzazione in Basilicata del Centro Centro Oli Total “Tempa Rossa”. La vicenda ha scosso ulteriormente gli animi delle associazioni e dei comitati che invitano a dire no alle trivelle in mare, votando SI in occasione del referendum del 17 aprile.
“Dalle dimissioni del Ministro Guidi di ieri il tema petrolio e appalti è su tutte le pagine dei giornali per i suoi aspetti di illegalità, ma mi sento di dire, proprio oggi, che è anche il sistema assolutamente legittimo con cui si gestisce il settore estrattivo che è pieno di opacità e di privilegi che fa dell’Italia un paradiso fiscale per le aziende petrolifere. Un sistema che andrebbe riformato facendo pagare il dovuto, valutando i costi delle ricadute ambientali e sulla salute. Un paradiso dove le servitù petrolifere mettono a rischio l’ambiente e i settori economici che vivono delle risorse naturali (solo nel settore della pesca sono 60mila gli addetti in Italia e di turismo costiero vivono almeno 47mila esercizi)” ha detto il vicepresidente del WWF Italia, Dante Caserta.
Sui Social è stata lanciata inoltre la prima delle 7 vignette umoristiche prodotte per il WWF da diversi cartoonist, tra cui Staino e Vauro, che hanno prestato la loro creatività a sostegno delle ragioni del SI promosse in vista del voto.
Sulla vicenda si è espressa anche Rossella Muroni, presidente di Legambiente:
“Andare a votare il 17 aprile significa dare un segnale sulla politica energetica che vogliamo. Questo referendum ha una valenza che va ben oltre il quesito sulla durata delle concessioni di ricerca ed estrazione di petrolio e gas entro le 12 miglia: è una presa di posizione sul futuro e il presente che costruiamo per le persone e i territori. Una presa di posizione – politica economica e morale – che lo scandalo lucano e le dimissioni del ministro Guidi rendono ancora più urgente”.
E voi? Inviateci le vostre foto e scrivete, come noi: “Io sto con il mare, il 17 aprile voto SI, #notriv”. Facciamoci sentire.
Francesca Mancuso
LEGGI anche:
REFERENDUM TRIVELLE: METTIAMOCI LA FACCIA E VOTIAMO SÌ (#NOTRIV)
REFERENDUM TRIVELLE: 6 MOTIVI + 1 PER VOTARE SI (PETIZIONE)
REFERENDUM TRIVELLE: 5 COSE DA SAPERE PRIMA DI ANDARE A VOTARE
REFERENDUM TRIVELLE: TUTTE LE CONCESSIONI E I PERMESSI COINVOLTI (MAPPE)