Caso Solvay, disastro ambientale per le alte concentrazioni di PFAS, chiesto il rinvio a giudizio

L’ipotesi di reato per Solvay è ‘Disastro ambientale’: mentre l’Arpa Piemonte conferma la contaminazione da PFAS nelle acque e nel suolo riconducibile all’attività dello stabilimento di Spinetta Marengo, la Procura di Alessandria chiede il rinvio a giudizio

La Solvay di Spinetta Marengo è accusata di disastro ambientale a causa dell’inquinamento da PFAS e altri agenti chimici nella acque e nel suolo. Mentre l’Arpa Piemonte conferma l’aggravamento costante della situazione, la Procura di Alessandria  chiede il rinvio a giudizio.

La storia parte nel 2020 con un esposto del WWF contro la Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A. di Spinetta Marengo, nel Comune di Alessandria. Al centro della vicenda il rilascio nell’ambiente dei PFAS (acronimo di ‘Perfluorinated Alkylated Substances’, composti chimici molto usati nell’industria, con controverse proprietà inquinanti.

Infatti i PFAS sono molecole siano estremamente stabili, e, se questo in chimica può essere a volte un vantaggio, per l’ambiente è un problema, perché, disperse, risultano resistenti ai processi naturali di degradazione.

E purtroppo c’è di più: proprio pochi giorni fa l’International Agency for Research on Cancer (IARC) ha comunicato la cancerogenità certa degli PFAS, diffondendo i risultati delle ultime consultazioni svoltesi a novembre che hanno portato alla certificazione di uno studio realizzato da 30 scienziati di 11 Paesi.

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Nel 2019 la Corte di cassazione aveva già confermato la diffusa contaminazione della falda acquifera, ma nel 2022 è arrivata un’inchiesta shock: in uno studio era emerso infatti che in provincia di Alessandria i livelli di PFAS nel sangue erano fino a 10 volte superiori alla media, dati decisamente inquietanti sull’impatto delle attività del polo chimico Solvay sulla salute dei cittadini.

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Il recente rinvio a giudizio rappresenta un significativo traguardo nella lotta per la giustizia ambientale – scrive il WWF in un comunicato – proprio perché tra le ragioni figurano i monitoraggi periodici dell’ARPA Piemonte che hanno documentato l’aggravamento dell’alterazione delle matrici ambientali di acqua, suolo ed aria, del già fragile contesto

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