I prodotti in carta usa e getta devastano le foreste boreali. Tutti i marchi da evitare

Le aree della Grande Foresta del Nord, dalla Svezia alla Finlandia alla Russia, vengono praticamente distrutte per ricavare polpa di cellulosa usata per produrre prodotti in carta usa e getta. Ecco le marche.

Fazzoletti, tovaglioli e una serie infinita di prodotti in carta usa e getta. Quanto costano all’ambiente? Un’enormità è la riposta che potreste immaginare, considerando già solo l’uso smoderato che ne facciamo.

Soltanto in Italia si registra un uso pro capite di carta pari 9 chilogrammi all’anno. Ed è quello del cosiddetto “tissue” – fazzoletti, carta igienica, asciugatutto e tovaglioli – un mercato in espansione in Europa.

Chi paga tutto ciò? Le aree della Grande Foresta del Nord, dalla Svezia alla Finlandia alla Russia, che vengono praticamente distrutte per ricavare polpa di cellulosa usata proprio per produrre quei prodotti. Principale incriminato è Essity, il primo produttore di questi articoli in Europa, secondo nel settore a livello mondiale.

Come dimostra “Wiping out the boreal”, il rapporto lanciato da Greenpeace International, è spesso da questi alberi che vengono ricavati i prodotti di marchi come Tempo, Lotus, Cushelle, Colhogar ed Edet.

È sconvolgente pensare che alberi che hanno svettato per decenni, o addirittura per secoli, vengano abbattuti per produrre fazzoletti o asciugatutto che verranno utilizzati per qualche secondo e poi gettati via – dichiara Martina Borghi, responsabile della campagna Foreste di Greenpeace Italia. Non possiamo permettere che foreste ad Alto Valore di Conservazione, incluse le foreste vergini, vengano rase al suolo per produrre prodotti monouso”.

La Grande Foresta del Nord, il meraviglioso ecosistema forestale boreale, rappresenta quasi un terzo delle foreste rimaste sulla Terra. Le vaste torbiere e il permafrost che la caratterizzano ne fanno il più grande deposito di carbonio tra gli ecosistemi terrestri del nostro Pianeta, rendendo questa foresta indispensabile nella lotta contro i cambiamenti climatici. Eppure, udite udite, soltanto il 3% della sua estensione è protetto.

marche deforestazione greenpeace

All’inizio del 2017, dopo un riassetto societario, il Gruppo SCA è stato diviso in due aziende indipendenti: SCA, che lavora nel settore forestale, ed Essity, specializzata nel tissue, ovvero fazzoletti, carta igienica, asciugatutto e tovaglioli. Il report di Greenpeace International mostra come Essity acquisti da SCA la polpa di cellulosa che deriva proprio da aree di foresta boreale ad Alto Valore di Conservazione, incluse le foreste vergini.

tabella carta

Queste zone sono l’habitat di specie minacciate, come il lupo grigio e la lince. Inoltre, SCA sostituisce gli alberi che taglia con piantagioni di pino contorto (Pinus contorta), una specie arborea non autoctona che non fa altro che alterare l’ecosistema forestale e rendere in questo modo difficoltoso l’approvvigionamento di cibo per le renne, e la vita del popolo Sami, la cui sussistenza è basata soprattutto sul pascolo di questi animali.

Essity è tra i leader nella produzione di tissue e deve assumere la leadership anche nella lotta per salvare la Grande Foresta del Nord“, conclude Borghi.

È per questo che l’associazione chiede ad Essity di eliminare dalla propria filiera i fornitori coinvolti nella distruzione di aree importanti della “corona verde” del nostro Pianeta, assicurando in questo modo anche il rispetto dei diritti dei Popoli Indigeni”, conclude Borghi.

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Qui potete leggere tutto il report di Greenpeace.

Germana Carillo

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