Addio al carbone in Italia dal 2025 (ma si punta sul gas)

Abbandonare il carbone entro il 2025. Finalmente anche l'Italia è vicina. E' questo l'obiettivo che il Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda ha illustrato in Parlamento insieme agli esiti della consultazione sulla Strategia Energetica Nazionale (Sen). Una notizia che aspettavamo da tempo anche se non è ancora detta l'ultima parola

Abbandonare il carbone entro il 2025. Finalmente anche l’Italia è vicina. È questo l’obiettivo che il Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda ha illustrato in Parlamento insieme agli esiti della consultazione sulla Strategia Energetica Nazionale (Sen). Una notizia che aspettavamo da tempo anche se non è ancora detta l’ultima parola.

Calenda e Galletti hanno annunciato sia l’inserimento dello stop al carbone entro il 2025 nel testo finale della Strategia Energetica Nazionale che l’innalzamento dell’obiettivo di approvvigionamento con le energie rinnovabili entro il 2030.

“Nella Sen indicheremo l‘obiettivo politico di uscita dal carbone entro il 2025”, ha detto Calenda davanti alle commissioni riunite Ambiente e Industria di Camera e Senato, lasciando intendere che nel corso dei prossimi 8 anni si procederà alla chiusura degli impianti termoelettrici a carbone.

“Ora è necessario che, subito dopo il varo ufficiale della Strategia da parte del Governo e del Parlamento, si proceda immediatamente a provvedimenti attuativi che rendano effettivi gli orientamenti assunti per il phase out del carbone. Un banco di prova importante la imminente legge di bilancio, dove la scelta di decarbonizzazione deve essere chiaraha sottolineato però il WWF.

Attualmente sono ancora 8 le centrali attive nel nostro paese. Tuttavia, spiega il Ministro, l’addio al carbone non potrà essere compensato solo da un incremento delle energie rinnovabili, ma il governo vuole comunque arrivare al 27% dei consumi lordi entro il 2030.

“Sebbene, dunque, le analisi di scenario eseguite a supporto di questa proposta di strategia evidenziano che l’Italia rispetterebbe gli impegni europei al 2030 con una quota di rinnovabili del 24%, riteniamo che si possa e si debba andare oltre e abbiamo indicato per le rinnovabili un obiettivo minimo del 27%, che si tradurrà, per il settore elettrico, nella copertura di almeno la metà del consumo con fonti rinnovabilispiegano Calenda e Galletti.

Puntare verso l’uscita anticipata al 2025 prevede una precisa lista di infrastrutture nel periodo e stando alle parole del Ministro si punterebbe sul gas. Inoltre, dovrebbe essere favorito anche l‘utilizzo di auto elettriche e a metano.

Per il WWF si tratta del primo passo per trasformare in realtà l’Accordo di Parigi ma non condivide la scelta di optare per il gas

“piuttosto che direttamente sulle rinnovabili, perché non sono due fonti energetiche equivalenti: il gas è un combustibile fossile, anche se meno sporco del carbone. Il buonsenso impone di non caricarsi di infrastrutture che ostacolano la decarbonizzazione e di non concedere sussidi ai veicoli a gas, una tecnologia usata prevalentemente solo in Italia e che deve far posto in pochi anni alle auto elettriche”.

Dalla consultazione è emersa anche la richiesta di incentivare fin da subito lo sviluppo della mobilità elettrica a zero emissioni, sia direttamente con incentivi all’acquisto che indirettamente con soluzioni quali accesso in ZTL, parcheggi riservati e gratuiti, transito in corsie riservate ai mezzi pubblici, stazioni di ricariche con detrazioni per i privati o semplificazioni/finanziamento per quelle pubbliche, obblighi presso condomini o strade in concessione, flotte obbligatorie per la PA.

Chris Littlecott, a capo del programma di transizione dai combustibile fossile del think tank E3G, ha commentato:

“L’impegno positivo dell’Italia per eliminare il carbone entro il 2025 dimostra una reale leadership internazionale e completa il suo anno di presidenza del G7. L’Italia adesso si unisce ai suoi pari del G7 come Canada, Francia e Regno Unito per intraprendere azioni per eliminare la generazione di energia da carbone nel prossimo decennio. Insieme, possono creare una coalizione crescente di paesi e regioni che ora agiscono sul carbone”.

Anche altri paesi hanno già reso noto il loro abbandono del carbone: la Francia nel 2023, il Regno Unito nel 2025 e il Canada entro il 2030 rispettivamente. La Finlandia lo farà entro il 2030. mentre Portogallo, Irlanda, Austria, Svezia e Danimarca si stanno tutti avvicinando alla fine del carbone, sancita per il 2025. Il Belgio invece lo ha già fatto nel 2016.

Per l presidente della Commissione ambiente della Camera, Ermete Realacci

“L’eliminazione del carbone nella produzione elettrica va, invece, collocato prima del 2030. Il gas può svolgere un ruolo importante nella transizione verso una produzione energetica più pulita e sostenibile, ma le proposte vanno analizzate con cura circa la loro effettiva utilità per il Paese. Lo sviluppo della mobilità elettrica è fondamentale ma serve una rapida e completa diffusione dei punti di ricarica su tutta la rete stradale e autostradale, oltre a facilitazioni normative nell’uso urbano. Altro capitolo importante è quello degli interventi sull’efficienza energetica, che incrociano anche la missione dell’industria 4.0. Le politiche di incentivazione fiscale nell’edilizia vanno rafforzate e qualificate, puntando anche ad una maggiore integrazione tra efficienza e messa in sicurezza antisismica e prevedendo interventi in favore dei cittadini”.

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Per Greenpeace, si tratta di un deciso passo in avanti:

Auspichiamo che a questa decisione corrisponda anche un ritrovato impegno sulle fonti rinnovabili, che ormai da tre anni nel nostro Paese sono in declino. Il mancato apporto del carbone andrà compensato necessariamente con la crescita delle fonti pulite; non con il progetto di un’Italia hub del gas. Greenpeace ritiene che il superamento del carbone come fonte energetica debba quindi essere inquadrato in una strategia di ampio respiro, che vada verso la completa decarbonizzazione della nostra economia al 2050; e che, in tal senso, riduca l’apporto del gas, da qui ai prossimi anni, al minimo indispensabile come fonte di sostegno alle fonti rinnovabili e all’efficienza energetica.

Francesca Mancuso

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