Campi Flegrei, non solo bradisismo: anche consumo di suolo e cementificazione vanno sorvegliati (e bloccati)

A dieci mesi dall’acuirsi dell’emergenza terremoti, Legambiente presenta il suo nuovo report sul rischio vulcanico e bradisismo nei Campi Flegrei. Al centro i dati su consumo di suolo, insediamento abitativo e qualità degli edifici e l’analisi storica riguardante area flegrea, in particolare i comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Giugliano e Quarto

Stop al consumo di suolo e alla cementificazione nei Campi Flegrei”, così Goletta Verde ha fatto il suo blitz al largo della costa dell’area Flegrea, lanciando un messaggio al Governo e chiedere interventi seri e strutturati a livello regionale. Proprio in queste ore, infatti, si è aperto il secondo giorno della tappa campana di Goletta Verde di Legambiente, in viaggio lungo la Penisola per monitorare lo stato di salute di mare e coste.

A dieci mesi dall’acuirsi dell’emergenza bradisismica a cui lo scorso 2 luglio è seguita l’approvazione del nuovo Decreto-legge per affrontare il rischio vulcanico e bradisismo nei Campi Flegrei, l’associazione ambientalista ha presentato anche il suo nuovo report “Rischio vulcanico e bradisismo nei Campi Flegrei. Sicurezza, innovazione, e partecipazione per il futuro sostenibile del territorio”.

Leggi anche: Paura sulla spiaggia di Procida: frana costone roccioso dopo la scossa sismica ai Campi Flegrei

Ed ecco i dati allarmanti sul consumo di suolo, sull’insediamento abitativo e sulla qualità degli edifici.

Il report

Un’area, quella dei Campi Flegrei, che paga lo scotto dell’aumento della densità insediativa: secondo dai ISTA in questi 50 anni, un quinto dell’incremento demografico della Provincia di Napoli (circa 280mila abitanti) si è concentrato nell’area tra Pozzuoli e Quarto, con aumenti della densità abitativa fino a 3500 abitanti per km quadrato. Una crescita che va di pari passo con quella dell’abusivismo edilizio: nella provincia di Napoli tra il 2004 e il 2022 sono stati eseguiti 1641 abbattimenti di abusivismi edilizi. Le ordinanze non eseguite superano le 14mila (dati dossier Abbatti l’abuso) l’assenza di una adeguata pianificazione territoriale e urbanistica, il perdurare del Commissariamento Straordinario.

Per Legambiente questa nuova emergenza, peraltro partita già dal 2005 con progressivo aggravamento sino a quello accelerato degli ultimi due anni, deve essere affrontata in maniera completamente diversa dalle due precedenti (1970-1972, 1983-1984), soprattutto alla luce delle conoscenze scientifiche di oggi, dell’innovazione tecnologica e digitale, degli strumenti di monitoraggio, dei tanti modelli di indagine che sono stati sperimentati e validati: non è più possibile che le scelte politico-strategiche e soprattutto di governo del territorio non siano imperniate sulle indicazioni che pure il sistema di protezione civile produce.

campi flegrei

@Legambiente

Le nove proposte

  • stop al consumo di suolo
  • attenzione al programma di riqualificazione del patrimonio pubblico e di quello privato esistente
  • supporto al settore produttivo
  • open data nell’informazione
  • trasparenza negli atti e nelle procedure
  • ricorso e supporto a processi partecipati
  • monitoraggio delle azioni istituzionali e delle ricadute delle misure di semplificazione pianificazione urbanistica regionale, metropolitana e comunale
  • richiesta dei piani emergenza comunale e della loro effettiva operatività
  • promozione dell’allargamento del Parco dei Campi Flegrei e suo riconoscimento come Geoparco Globale dell’UNESCO

Oggi Goletta Verde con questo blitz a largo della costa dell’area Flegrea – commenta Stefania Di Vito, portavoce di Goletta Verde – ha voluto ribadire un messaggio importante, stop alla cementificazione nei Campi Flegrei. Se continuiamo a costruire senza una reale ed efficace pianificazione territoriale e urbanistica saranno i cittadini e le cittadine a pagare un prezzo altissimo per le scelte scellerate delle istituzioni.

Secondo l’ultimo rapporto Ispra sul Consumo di Suolo 2023, il dato medio di suolo consumato è pari al 31,14% della superficie territoriale con punte che arrivano al 52,85% a Monte di Procida e al 43,25% a Quarto e incrementi ancora positivi (in media il 2,42%) dal 2006, con un totale di suolo consumato di circa 410 ettari in un territorio a forte vocazione agricola e naturalistica.

Passando invece ai dati sul patrimonio edilizio residenziale, al netto delle abitazioni abusive, si registra nel rapporto tra numero di abitazioni e numero di famiglie, un consistente numero di abitazioni vuote, addirittura di ca. il 18% sul totale. Il fatto che forse si sia costruito troppo o che, a fronte delle delocalizzazioni, gli alloggi evacuati siano poi rimasti sul mercato immobiliare, forse anche animando quello delle seconde case o destinate ad attività ricettive, trova conferma nella consistenza degli edifici realizzati dopo il 1980, cioè dopo la seconda grave emergenza: ben il 44,53% della nuova edificazione avviene dopo il 1980 con punte del 58,32% a Giugliano in Campania, del 47,69 a Quarto e del 42,76% a Pozzuoli.

abitazioni campi flegrei

@Legambiente

Infine, quanto ai piani di Protezione Civile comunale, la mancata attenzione al rischio vulcanico e in generale alla protezione civile, si riscontra anche nell’analisi della dotazione dei piani di protezione civile comunale. Se da un lato sono un obbligo di legge, questi piani andrebbero nei fatti redatti ma anche resi operativi a partire dalla corretta comunicazione alla cittadinanza. Una lacuna che, ancora oggi, ahinoi, esiste.

Non vuoi perdere le nostre notizie?

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook