Cambiamenti climatici, IPCC: tutta colpa dell’uomo (#DebateIsOver)

I cambiamenti climatici sono colpa dell'uomo. Se ancora si cercavano degli alibi per il riscaldamento globale e per i fenomeni ad esso legati, oggi non ci sono più dubbi. L'influenza dell'uomo sul sistema climatico è chiara ed evidente nella maggior parte delle regioni del globo, secondo quanto ha rivelato una nuova valutazione da parte del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico dell'Onu (IPCC), presentata lo scorso 27 settembre a Stoccolma

I cambiamenti climatici sono colpa dell’uomo. Se ancora si cercavano degli alibi per il riscaldamento globale e per i fenomeni ad esso legati, oggi non ci sono più dubbi. L’influenza dell’uomo sul sistema climatico è chiara ed evidente nella maggior parte delle regioni del globo, secondo quanto ha rivelato una nuova valutazione da parte del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico dell’Onu (IPCC), presentata lo scorso 27 settembre a Stoccolma.

È estremamente probabile che l’influenza umana sia stata la causa dominante del riscaldamento osservato dalla metà del 20° secolo. E se finora ciò era solo sospettato ed ipotizzato, adesso sono sempre di più le prove che condannano la razza umana. Il miglioramento dei modelli e una migliore comprensione della risposta del clima parlano chiaro: l’aumento globale delle temperature è inequivocabile e dal 1950 molti sono stati i cambiamenti osservati in tutto il sistema climatico. Cambiamenti senza precedenti nel corso dei millenni.

E se in quasi 3.000 anni di storia, finora la Terra non aveva subito alcuna drastica modifica, non sarà un caso se negli ultimi 60-70 anni, il pianeta stia presentando chiari segni di sofferenza. Ma c’è di più. Ciascuno degli ultimi tre decenni è stato progressivamente più caldo rispetto a qualsiasi precedente decennio dal 1850. Le proiezioni sul cambiamento climatico sono basate su quattro nuovi scenari legate alle concentrazioni di gas serra.

Secondo quanto illustra la quinta edizione del dossier IPCC, il cambiamento di temperatura superficiale globale per la fine del 21° secolo si prevede superiore a 1,5° C rispetto al 1850-1900 ma lo scenario considerato è il più basso. Probabilmente sarà superiore ai 2° C.

I nuovi modelli hanno permesso di ipotizzare con maggiore certezza che in passato che le ondate di calore saranno più frequenti e più lunghe rispetto al passato. “Con il riscaldamento della Terra, ci aspettiamo di vedere le regioni attualmente umide ricevere più pioggia” ha detto il vicepresidente Thomas Stocker.

Secondo gli scienziati, il riscaldamento degli oceani, lo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari provocherà un aumento del livello medio del mare ad un ritmo più veloce rispetto a quello che abbiamo vissuto negli ultimi 40 anni.

Il rapporto rileva con elevata sicurezza che il riscaldamento dell’oceano domina l’aumento di energia immagazzinata nel sistema climatico, che rappresenta oltre il 90 % di quella accumulata tra il 1971 e il 2010. Anche se l’uomo si impegnasse a contrastare i cambiamenti climatici, gli effetti delle emissioni di CO2 persisterebbero per vari secoli.

Tre le altre novità emerse, degna di nota è quella che riguarda l’aumento del livello del mare, che dalla fine del secolo scorso va dai 26 agli 81 centimetri, mentre il precedente report dell’ICCP del 2007 lo aveva stimato tra i 18 ei 59 centimetri.

Ma per Monica Frassoni, Presidente del Partito verde europeo ed esponente di Green Italia, ciò non deve essere un freno, anzi: “Continuare a sottovalutare e a nascondere all’opinione pubblica che questo cambio epocale esiste e ci impone di guardare in faccia la realtà di una catastrofe possibile ma ancora evitabile, rappresenta oggi una scelta irresponsabile non solo dal punto di vista ecologico, ma anche politico, economico e sociale.Il Rapporto dell’IPCC è oggi la più dettagliata ed autorevole risposta a chi continua a negare i cambiamenti climatici: basti pensare che tra il 1901 e il 2012 si è già registrato un aumento di temperatura pari a 0.89 gradi. Nello stesso periodo i mari si sono alzati di 19 centimetri. La UE e i governi nazionali devono impegnarsi a favorire investimenti in tecnologie pulite e sostenibili attraverso un quadro legislativo forte e coerente”.

L’unica risposta sensata ai segnali allarmanti che ci manda il Pianeta è l’azione immediata. Purtroppo chi è entrato in azione si trova ora in galera in Russia, mentre i responsabili del caos climatico sono protetti dai governi di tutto il mondo ha aggiunto Andrea Boraschi, responsabile clima di Greenpeace, riferendosi ai 30 attivisti e membri dell’equipaggio della Arctic Sunrise, tra cui un italiano, per i quali è stata disposta dal tribunale russo la custodia cautelare per 2 mesi. “La buona notizia di questo documento è che abbiamo ancora una possibilità per scegliere il nostro futuro. Se i governi rispettano gli obiettivi che si sono dati e per i quali non si stanno impegnando come dovrebbero, se avviamo veramente la rivoluzione energetica nel segno dell’efficienza e delle rinnovabili, allora possiamo farcela” conclude Boraschi.

Dal rapporto emerge un approfondimento scientifico che consente di restringere i margini di incertezza riguardo alla responsabilità dell’uomo sul riscaldamento globale. Nonostante la cautela del rapporto, dettata anche dalle difficoltà economiche di molti paesi e criticata da diversi ambientalisti, emerge un messaggio forte”, ha commentato Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e QualEnergia.

L’uomo sta seriamente minacciando la vita del pianeta e indirettamente anche la propria. Ma ancora non tutti ne sono consapevoli. Per questo Italian Climate Network ha organizzato oggi dalle 12 un’iniziativa di Social bombing: “Lunedì 30 settembre metteremo online sulla nostra pagina Facebook e sul nostro profilo Twitter alcune immagini e alcune informazioni tratte dal nuovo report, per informare su cosa dice la scienza del clima“. Per partecipare all’iniziativa basta seguire e commentare con gli hashtag #debateisover e #climaIT.

Francesca Mancuso

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