Dopo il Lazio e la Puglia, anche la Toscana ha adottato un'ordinanza per vietare il lavoro all'aperto dalle 12.30 alle 16
Dalle 12.30 alle 16 non si lavora nei campi né sotto il sole. Il motivo? Fa troppo caldo.
Così, per proteggere i lavoratori dallo stress termico, il presidente della regione Toscana, Eugenio Giani ha emanato un’ordinanza urgente che vieta il lavoro nei settori agricolo e florovivaistico, in condizioni di esposizione prolungata al sole, in tutta la Toscana nelle ore più calde della giornata.
In accordo con la vicepresidente e assessore all’agricoltura Stefania Saccardi, la misura sarà valida fino al 31 agosto e ha l’obiettivo di tutelare la salute e l’equilibrio psicofisico dei lavoratori. Il divieto vige nei giorni più a rischio, che puoi trovare qui consultando i dati del progetto Worklimate dell’INAIL, che fornisce mappe nazionali di previsione del rischio di esposizione al caldo.
Qualche giorno pima, il 10 luglio, il presidente della Puglia, Michele Emiliano, aveva emanato un’ordinanza urgente che, proprio come quella in Toscana, determinava il divieto dell’attività lavorativa nei settori edile e florovivaistico, in condizione di esposizione prolungata al sole, dalle 12.30 alle 16. L’ordinanza è stata motivata dalla necessità di prevenire incidenti e decessi sul lavoro causati dal caldo estremo.
Nel Lazio, invece, il presidente Francesco Rocca aveva firmato il 20 giugno un’ordinanza che vieta le attività lavorative all’aperto dalle 12:30 alle 16:00 nei giorni in cui il rischio di esposizione al sole è classificato come “alto” dalle mappe dell’INAIL.
Questa misura, in vigore fino al 31 agosto, riguarda i settori agricolo, florovivaistico ed edile, considerati particolarmente vulnerabili allo stress termico. Anche questa ordinanza si basa sui dati INAIL.
“La Regione Lazio – aveva detto Rocca lo scorso giugno – dice stop ai lavori usuranti nelle giornate di massimo calore. Infatti, con la firma di questa importante ordinanza, vietiamo in queste giornate ogni attività lavorativa nei settori agricolo, florovivaistico e nei cantieri edili. Questa è una misura a protezione dei lavori e della sicurezza pubblica: non vogliamo più morti e incidenti sul lavoro. Si tratta di una delle tante iniziative, oltre all’aumento dei tecnici SPRESAL nelle Asl territoriali, per garantire e migliorare la qualità e la sicurezza nei luoghi di lavoro in tutto il territorio regionale”.
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