Soup for Syria: ecco come una semplice zuppa può aiutare i profughi siriani

Milioni di profughi siriani non vivono più al sicuro della propria casa, perché quello che un tempo era un luogo pieno di emozioni è oggi un cumulo di macerie. 80 chef, capitanati dalla fotografa Barbara Abdeni Massaad, hanno deciso di fare qualcosa con un libro “Soup for Syria”.

Milioni di profughi siriani non vivono più al sicuro della propria casa, perché quello che un tempo era un luogo pieno di emozioni è oggi un cumulo di macerie. 80 chef, capitanati dalla fotografa Barbara Abdeni Massaad, hanno deciso di fare qualcosa con un libro “Soup for Syria”.

Un libro di ricette internazionali nato per rispondere a un’emergenza umanitaria senza precedenti: la fuga disperata dalla Siria di milioni di esseri umani. Per dare il proprio contributo alla causa, Massaad ha messo insieme una squadra di oltre 80 tra chef e food writer di tutto il mondo: da Yotam Ottolenghi ad Anthony Bourdain, da Greg Malouf ad Alice Waters.

Il risultato sono le pagine di Soup for Syria, ovvero una zuppa per la Siria: ricette senza fronzoli, facili da preparare, buonissime e ben illustrate in un unico piatto, la zuppa.

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Come nasce Soup for Syria

Al freddo delle tende allestite nei campi c’è per fortuna chi cerca di alleviare le sofferenze fisiche e dell’anima, come Barbara Abdeni Massaad.

Fotografa libanese dopo una breve trasferta americana, Massaad torna a casa e assiste impotente al cambiamento. Ad appena quaranta minuti di strada dalla sua città, migliaia di persone vivono in condizioni pietose, nella Valle della Bekaa.

zuppa per la siria

Massaad entra nel campo profughi per la prima volta nel 2014, attorno a lei si consuma una tragedia umanitaria senza precedenti. Un intero popolo è in fuga, donne, uomini e bambini vivono in gelide tende, senza acqua e con pochissimi beni di prima necessità.

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La sua personale macchina della solidarietà la porta a raccogliere vestiti e coperte ma soprattutto, da appassionata di cucina, a preparare migliaia di pranzi e cene per i profughi siriani. È proprio così che la fotografa libanese matura la sua idea di creare un libro e destinare tutto il ricavato a chi non ha più nulla. Aiutare, dunque, i siriani mettendo in campo il proprio saper fare.

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“Sia in tempo di crisi che di pace, raccogliere la famiglia e gli amici attorno a un tavolo per condividere il cibo è uno degli atti più potenti che si possano fare per affermare la voglia di vivere. E non c’è niente di più confortante e nutriente di una ciotola di zuppa calda “ spiega Alice Waters, una delle autrici del libro.

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La storia di Soup for Syria è quella di un libro che dall’autoproduzione è passato ad essere un grande successo di umanità. Diversi editori hanno sposato la causa e l’intero ricavato è oggi destinato all’Unhcr, l’ Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

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Dimostrazione che a volte anche un piccolo gesto può fare la differenza per chi non ha più nulla. Per saperne di più clicca qui. Soup for Syria ha anche una versione italiana, per aiutare i profughi siriani clicca qui.

Dominella Trunfio

Foto

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