Ha solo 8 anni ma è già una grande difenditrice dell’oceano. Thaaragai Aarathana si immerge nelle acque indiane per raccogliere la plastica e liberarle dall’inquinamento marino.
La plastica soffoca i nostri oceani. La sua presenza aumenta ogni anno vertiginosamente invadendo ogni ecosistema acquatico, e se non reagiamo, si calcola che entro il 2040 ci saranno circa 50 kg di plastica per metro di costa in tutto il mondo. Di fronte a questa crisi mondiale, c’è chi prova a risolvere la situazione. Questa è la storia di Thaaragai Aarathana, una bambina indiana che a soli 8 anni si immerge nel fondo degli oceani per liberarli dalla plastica.
Il grande rispetto e l’amore per il mare è stato ereditato dal padre, il subacqueo e istruttore Aravind Tharunsri. Mano nella mano con lui, nella sua prima immersione subacquea, Thaaragai ha avvistato meduse, un branco di pesci colorati, coralli e – purtroppo – tanta plastica. Non le venne di ignorarla, così insieme al padre ne raccolsero il più possibile. Da allora cominciarono a farlo sempre.
Mio padre ed io abbiamo un legame speciale con l’oceano. Mi piace il nuoto, l’esercizio fisico, la danza, le immersioni, pulire, approfondire la consapevolezza sulla vita marina e l’inquinamento da plastica”, ci racconta Thaaragai che non torna mai dalla spiaggia senza aver raccolto e smaltito correttamente i rifiuti in plastica che trova.
Insieme al lavoro di pulizia, Thaaragai e Aravind portano avanti delle campagne di sensibilizzazione e partecipano ad ogni evento possibile per informare le persone sull’emergenza della plastica in mare e su come contrastarla significhi tutelare il futuro nostro e del Pianeta. Hanno persino realizzato un breve documentario sull’inquinamento marino, presentato in varie scuole per diffondere consapevolezza e partecipazione.
Dobbiamo evitare di usare la plastica nell’uso quotidiano e pulire prima la nostra casa rendendola plastic free, poi le nostre strade, il nostro villaggio o città, poi i fiumi e l’oceano … se lo facciamo almeno ogni settimana molto seriamente, aiuteremmo il nostro oceano liberandolo dalla plastica e la nostra vita marina verrà salvata per le generazioni future”, ci consiglia Thaaragai.
Con il loro sforzo per pulire spiaggia e acque, finora la piccola Thaaragai e il papà Aravind hanno raccolto oltre 600 kg di bottiglie di plastica, vendute poi ai riciclatori. La sua intenzione è quella di donare la somma raccolta dalla vendita dei rifiuti di plastica al Dipartimento dell’Ambiente di Tamil Nadu, e contribuire così a sostenere dei progetti a tutela dell’ambiente.
Il fondo può essere utilizzato per abolire la plastica. Ogni volta che faccio immersioni subacquee, l’accumulo di plastica e le reti mi perseguitano. Mio padre ripete che si tratta di errori causati dall’essere umano. Rifiuti industriali, riscaldamento globale, pesca eccessiva… sono problemi che interrompono la vita oceanica”, spiega Thaaragai.
Questa bambina è l’esempio concreto di come ognuno di noi possa fare qualcosa per riparare il danno che noi esseri umani abbiamo causato all’ambiente. Thaaragai sa già di avere un grande impegno con il Pianeta e ci ricorda che non è mai troppo presto (né tardi) per iniziare a proteggerlo.
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