Si chiama Alessio ha 38 anni e fa il cuoco, quando ha visto la ragazza in difficoltà non c'ha pensato due volte e l'ha salvata da uno stupro
Una storia che amaramente si ripete in uno scenario che è già stato teatro di una brutale violenza. Siamo a Roma nel quartiere San Lorenzo, nella notte tra sabato e domenica scorsi. Alessandra, 22 anni cammina in via Sardi quando viene avvicinata da un cittadino marocchino di 42 anni che puntandole un cacciavite e ferendola al petto, intenta su di lei una violenza sessuale. La storia però ha un lieto fine grazie ad Alessio, che ha anteposto la sua sicurezza a quella di una ragazza in pericolo.
L’aggredisce e la trascina in un angolo buio del quartiere romano. Un episodio che non può non riportarci alla mente l’omicidio di Desirée Mariottini, la sedicenne originaria di Cisterna di Latina drogata, stuprata e uccisa nel 2018 in uno stabile abbandonato della zona.
Ma questa volta per fortuna, le cose sono andate diversamente e il tutto grazie ad Alessio, un trentottenne che non si è girato dall’altra parte, che non si è lasciato trasportare dall’indifferenza, ma che vedendo la ragazza in difficoltà si è fermato chiedendo se avesse bisogno di aiuto.
Di professione cuoco, Alessio, ribattezzato come l’eroe che ha salvato Alessandra, ha avuto una colluttazione con l’uomo che voleva stuprare la ragazza ed è riuscito a metterlo in fuga. L’aggressore che l’aveva minacciato e colpito con lo stesso cacciavite è stato poi rintracciato e arrestato dalle forze dell’ordine.
Senza indugio e senza paura, Alessio ha messo in pericolo la sua vita, ma come ha dichiarato a diversi organi di stampa, non si sente un eroe, ma solo un ragazzo che non tollera più episodi del genere in un quartiere che di giorno pullula di universitari e di notte purtroppo si è trasformato ancora una volta, in un luogo in cui una ragazza non è più libera di camminare da sola per strada.
Per Alessio arrivano adesso tante parole di gratitudine per il suo gesto. “Ecco chi è un vero Uomo, non certo i vigliacchi che credono di dimostrarlo usando violenza su persone indifese. Grazie Alessio, di cuore”, scrive un utente sui social. “La mia più grande ammirazione a quest’uomo che ha messo a repentaglio la sua vita x salvare una ragazza da uno schifoso stupratore. Grazie mille Alessio!!”, scrive un altro. E ancora: “Decisamente civile ed eroico, restituisci speranza e dignità umana contro una pratica di violenza che non ha più ragione di essere studiata e …va condannata e punita! BASTA !”.
E infine: “Cara Alessandra, se mai riuscirai a rivedere il tuo salvatore, abbraccialo anche per me e per tutte le donne che non si sentono sicure in queste città con troppe ombre“, un commento che sentiamo talmente nostro da aver ispirato il titolo di questo stesso pezzo. Perché siamo in troppe a dovere avere paura a camminare in strada.
Adesso Alessandra vuole rivedere colui che l’ha salvata dallo stupro, quel ragazzo che rappresenta la parte bella di San Lorenzo, quella in cui la socialità e l’inclusione sono parole d’ordine. Quel ragazzo che è il figlio che tutti noi dovremmo crescere perché non c’ha pensato due volte e perché ci restituisce tanta speranza contro l’indifferenza del genere umano.
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