È una storia a lieto fine quella del delfino femmina di nome Sampal, che ha trascorso il primo decennio della sua vita nelle acque intorno a Jeju Island, al largo della costa della Corea del sud. Purtroppo, l'abuso e lo sfruttamento hanno caratterizzato pesantemente la sua vita.
È una storia a lieto fine quella del delfino femmina di nome Sampal, che ha trascorso il primo decennio della sua vita nelle acque intorno a Jeju Island, al largo della costa della Corea del sud. Purtroppo, l’abuso e lo sfruttamento hanno caratterizzato pesantemente la sua vita.
Aveva circa dieci anni quando è stata accidentalmente catturata da una delle numerose reti da pesca nelle acque intorno all’isola. Invece di essere rilasciata, è stata illegalmente venduta al Pacific Land Aquarium, dove ha trascorso circa tre anni confinata in una piccola piscinetta sotterranea. Anche per lei è così iniziata la solita routine dell’addestramento, con privazione di cibo ed esercizi da svolgere per ottenere pesci surgelati come ricompensa.
Circa un anno fa, grazie agli sforzi di persone come il sindaco di Seoul Park Won-soon, il Tribunale ha stabilito che lei e altre due delfini detenuti avrebbero potuto fare ritorno nella loro casa, l’oceano. Gli esemplari sono stati così trasferiti in una struttura per la riabilitazione e l’eventuale rilascio, che era stato ufficialmente fissato dopo l’estate. Tutto andava secondo i piani.
Anche Ric O’Barry, direttore del Earth Island Institute’s Dolphin Project, era andato a trovarli per valutare lo stato fisico e psicologico. Ed era soddisfatto con i loro progressi: “devono dimenticare quello che hanno imparato nell’acquario e ripensare a come si vive in un oceano”. Ma il 22 giugno Sampal la libertà se l’è presa da sola. Ha trovato un buco nella rete che circondava la struttura dove si stava riabilitando e ha nuotato verso il mare aperto. Subito dopo la fuga, è rimasta nei dintorni, per poi allontanarsi non appena alcune persone hanno cercato di riportarla nel suo recinto.
Nonostante le diffuse preoccupazioni circa le condizioni di salute, l’Istituto di Ricerca sui Cetacei ha recentemente avvistato Sampal mentre nuotava con altri 50 esemplari appartenenti al branco da cui era stata separata a forza. “Penso che anche gli altri esemplari si comporterebbero bene una volta rilasciati. I delfini sanno esattamente cosa fare, hanno solo bisogno di avere l’opportunità per farlo”, ha detto O’Barry. Ma, purtroppo, questa opportunità arriva davvero per pochi, pochissimi eletti. Tutti gli altri restano schiavi di un sistema da milioni e milioni di dollari che lucra sulle loro vite imprigionate.
Non sapremo mai esattamente quello che è successo nella mente di Sampal quando ha attraversato quel buco nella rete in cerca della libertà, ma possiamo dedurre che certamente ha preso una decisione consapevole, anche perché i delfini tendono a evitare di nuotare attraverso stretti passaggi. Non solo: Sampal si è anche ricongiunta alla sua famiglia, il che suggerisce che ricordava bene la sua vita prima della prigionia. E il pod l’ha accolta a sua volta, segno che, a quanto pare, si ricordava di lei.
“A dispetto di quanto sostiene chi ha a cuore solo il proprio tornaconto economico – aggiunge Ilaria Ferri dell’Enpa– la storia di Sampal e quella di molti altri animali che abbiamo aiutato a tornare liberi ci insegna che i delfini sono creature intelligentissime e consapevoli, dotate di straordinarie capacità cognitive. Dobbiamo imparare a rispettare questi animali e a dire basta, una volta per tutte, alla cattività e per questo vi chiediamo di aiutarci ad aiutare i delfini a tornare a casa, sostenendo la nostra campagna internazionale contro la cattività a fianco di Ric O’Barry“.
E, in effetti, il semplice gesti di Sampal ci fa capire quanto le sue capacità intellettive, decisionali e mnemoniche abbiano influito sulla sua scelta, suggerendo che i delfini, esseri cognitivamente complessi e consapevoli di sé, possano essere più simili a noi di quanto non si possa credere. Quanto a lungo l’umanità continuerà a giustificare la loro prigionia per il nostro divertimento? Il posto dei delfini è quello che Sampal si è ripresa: in mezzo agli oceani, liberi di nuotare con i loro simili.
Roberta Ragni
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