Un semplice muro può essere una lavagna perfetta per insultare ma anche un luogo da cui far partire messaggi di pace, affetto e civiltà. E’ quello che è accaduto a Milano dove una preside inizialmente offesa tramite delle scritte sul muro fuori della scuola si è vista circondare dall'affetto degli studenti che l'hanno inondata di messaggi di solidarietà e ringraziamento.
Un semplice muro può essere una lavagna perfetta per insultare ma anche un luogo da cui far partire messaggi di pace, affetto e civiltà. È quello che è accaduto a Milano dove una preside, inizialmente offesa tramite delle scritte sul muro fuori della scuola, si è vista circondare dall’affetto degli studenti che l’hanno inondata di messaggi di solidarietà e ringraziamento.
Protagonista di questa storia è Rita Patrizia Bramante, preside della scuola media Cavalieri di Milano, pesantemente insultata con delle scritte comparse pochi giorni fa sul muro esterno dell’istituto scolastico. Scontata l’indignazione da parte dei professori e del personale scolastico ma come hanno reagito gli studenti? In modo davvero inaspettato e creativo: si sono messi all’opera per ricoprire il muro con tantissimi post-it colorati, in ciascuno un messaggio di incoraggiamento e affetto per la preside.
Dopo aver compiuto l’originale opera, un gruppo di studenti è andato ad avvisare la donna della piacevole sorpresa. Sicuramente la preside non si aspettava di trovare qualcosa di tanto speciale, ha infatti dichiarato:
“Ho pensato subito che si trattasse di un’altra bravata. Non volevo nemmeno vederla, sono gesti che lasciano il tempo che trovano. Poi gli alunni hanno insistito così tanto e sono andata a vedere. Non nascondo che mi sono commossa quando ho visto i due insulti della mattina coperti da una marea di post-it. I singoli studenti, le classi, i docenti avevano scritto dei messaggi per prendere le distanze dall’accaduto. Frasi piene di affetto, ecco la parola che mi porterò dietro dopo questa vicenda è affetto”.
E in effetti i ragazzi sono stati davvero creativi e hanno composto frasi poetiche, piene di fiducia e speranza e non si sono limitati a farlo tramite il muro, hanno riempito di solidarietà la preside tappezzando di post-it anche la porta del suo ufficio, realizzando dipinti e persino preparando una torta. Tutti gesti che hanno ovviamente riempito il cuore prima ferito della preside che si è sentita ripagata del lavoro fatto negli anni e che ha in questa occasione scoperto (o confermato) che la sua scuola “funziona”.
“la civiltà insorge spontaneamente quando si tocca il fondo. Vogliamo conservare questo momento: dagli insulti, come dal letame, nascono i fiori” ha dichiarato orgogliosa.
Questa storia ci insegna che anche di fronte situazioni spiacevoli c’è sempre qualcosa che si può fare per evitare che vinca l’odio sulla civiltà. In questo caso è stato un gesto che, come l’ha definito la preside stessa, è un esempio pregevole di cittadinanza attiva!
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Francesca Biagioli