A Milano, e più precisamente nell’hinterland, a Cassina De Pecchi, c'è un locale davvero speciale: è PizzAut, gestito da un gruppo di ragazzi autistici che si occupano di preparare e servire ai clienti delle pizze realizzate con ingredienti biologici e di qualità. Una realtà meravigliosa che, si spera, si potrebbe replicare a Bergamo (o in altre città)
Qualche anno fa, fu Nino Acampora a capire di dover fare qualcosa per quel suo secondo figlio nato con una forma di autismo. A dire il vero, capì che quel qualcosa lo doveva fare per tutti, tutti coloro che si trovavano nella medesima condizione.
Fu più o meno così che Nino disse addio al suo lavoro e pose le fondamenta di PizzAut, la pizzeria interamente gestita da ragazzi autistici. Cuochi, pizzaioli, camerieri.
La definirà più tardi un “laboratorio di inclusione sociale e contemporaneamente un modello che offre lavoro, formazione e dignità alle persone autistiche” e così, grazie a PizzAut, persone che sono sempre state tagliate fuori dalla vita sociale e da ogni forma di lavoro un lavoro lo hanno poi trovato. E pure un contratto a tempo indeterminato. Una vita.
Un’intuzione a cuore spalancato per la quale Nino Acampora si è poi anche meritato l’Ambrogino d’oro, la massima onorificenza della città di Milano, e ora, perché no?, si pensa di ampliare ancora di più quel cuore e aprire un altro PizzAut a Bergamo.
Un annuncio buttato lì forse per caso, durante l’ultimo Concertozzo degli Elio e le storie tese, tenutosi l’altro giorno nella città. Proprio quello in cui il giovane Dante Belisari ha lanciato il suo entusiasmante messaggio:
Quello di Bergamo potrebbe essere il terzo punto vendita della catena di locali dopo l’apertura del secondo a Monza. Ma restiamo coi piedi per terra, per ora si è messa sul tavolo solo una proposta. Noi ci speriamo e facciamo il tifo!
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