A 80 anni pianta 3mila baobab contro la desertificazione in Burkina Faso

Protagonista di un mini film, El Hadji si occupa così di clima ma anche del futuro della sua comunità insegnando un mestiere ai più giovani

C’è un uomo definito eroe in Burkin Faso: il suo nome è El Hadji Salifou Ouédraogo, diventato un’icona perché, contro ogni previsione, negli ultimi 47 anni ha cercato di proteggere il clima e il futuro della sua terra piantando baobab. Una vera e propria impresa che l’ha fatto diventare protagonista del mini-film “L’uomo che pianta i baobab” diretto da Michel K. Zongo e prodotto da Al-Jazeera per il ciclo Africa direct dedicato alle storie di donne e uomini eccezionali del grande continente.

tweet uomo baobab

Originario di Titao, El Hadji ha contribuito a migliorare la sua comunità di riferimento. Da giovane voleva diventare un Maestro del Corano ma si ritrovò a piantare alberi di mango, come gran parte delle persone che conosceva. Aveva quindi capito che doveva trovare una via di fuga, doveva andare in una direzione diversa rispetto a tutti gli altri.

Nonostante gli venne negato il supporto necessario da parte di familiari e del villaggio natio, El Hadji perseguì comunque con la sua idea di piantare Baobab utili anche per per aiutare l’uomo: questo tipo di albero è secolare e quindi non solo può proteggere dal cambiamento climatico che tutti avvertono ma procura benessere e lavoro per generazioni.

Il baobab viene infatti chiamato l’albero della vita o anche albero farmacia: simbolo di fertilità e longevità, di questo straordinario albero si usa tutto. La polpa del frutto, ricca di Vitamina C, viene mescolata nel latte oppure viene utilizzata per realizzare infusi. Le foglie possono essere usate per delle zuppe, così come anche i semi. La corteccia ha proprietà antipiretiche ma può essere utilizzata per realizzare utensili, strumenti musicali, cestini e galleggianti per la pesca.

Oggi El Hadji ha 80 anni, ha piantato oltre 3000 baobab su un terreno di 14 acri, è un membro stimato del suo villaggio, insegna il suo mestiere ai più giovani grazie anche all’aiuto di figli e nipoti nella cura di questi giganti d’Africa.

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Fonti: AlJazeera

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