L’Amazzonia sulla via della salvezza: dai dati satellitari, la deforestazione è già diminuita del 33%

Il Brasile vuole contrastare la deforestazione della foresta Amazzonica e raggiungere emissioni nette di CO2 pari a zero entro il 2050. Ecco le misure che verranno prese

Il presidente Luiz Inacio Lula sta delineando un ambizioso piano verde per il Brasile, con l’obiettivo di guidare la transizione energetica del Paese. Questo maxi-pacchetto sarà presentato tra agosto e settembre e comprenderà oltre cento misure, con ingenti investimenti sia pubblici che privati, ammontanti a centinaia di miliardi di dollari.

Lula mira a trasformare il Brasile in un modello per i Paesi emergenti, considerando la transizione verso un’economia verde come uno dei principali pilastri delle politiche di sviluppo a lungo termine.

La sua amministrazione si è già distinta rispetto a quella del precedente presidente conservatore Jair Bolsonaro, come dimostrato dal significativo rallentamento della deforestazione dell’Amazzonia. Lula ha promesso di azzerare la distruzione della foresta entro il 2030, e i dati satellitari indicano che la deforestazione è già diminuita del 33% nei primi sei mesi del suo terzo mandato, rispetto allo stesso periodo nel 2022 (da 4.000 km² a 2.700 km², il livello più basso dal 2019).

Il Brasile vuole raggiungere emissioni nette di CO2 pari a zero entro il 2050

La protezione dell’Amazzonia è di fondamentale importanza non solo per il Brasile ma anche per il clima del pianeta, poiché questa foresta svolge un ruolo cruciale nell’assorbire anidride carbonica. Per raggiungere l’obiettivo di fermare lo sfruttamento illegale della foresta, il governo dovrà fornire opportunità economiche alternative alle popolazioni locali, spesso in condizioni di povertà.

Tra le prime iniziative dell’agenda verde di Lula vi è la creazione di un mercato delle emissioni di CO2, seguendo l’esempio di Cina e India. Il settore industriale, fortemente coinvolto, sostiene l’iniziativa, che dovrebbe essere accompagnata dalla ridistribuzione dei fondi federali per la ricerca e lo sviluppo, per favorire le tecnologie verdi e la bio-economia.

Il Brasile ha già stabilito l’obiettivo di raggiungere emissioni nette di CO2 pari a zero entro il 2050. L’attuale generazione di energia nel Paese è già principalmente da fonti rinnovabili, con oltre il 90% dell’elettricità prodotta da fonti non inquinanti, come l’idroelettrico.

Tuttavia, le ambizioni verdi di Lula devono affrontare le strategie contrastanti della compagnia di Stato Petrobras, che sta investendo in eolico e idrogeno, ma vuole anche incrementare la produzione di petrolio e gas naturale. Questa sfida pone dunque Lula di fronte alla necessità di conciliare la protezione dell’ambiente con la politica energetica del Paese.

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Fonte: Governo brasiliano

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