Dopo il caffè sospeso a Napoli arriva il pane sospeso. La consuetudine ottocentesca che prevedeva che i clienti più abbienti dei locali napoletani pagassero per le persone che non potevano permetterselo passa dai banconi dai bar a quelli dei forni.
Dopo il caffè sospeso a Napoli arriva il pane sospeso. La consuetudine ottocentesca che prevedeva che i clienti più abbienti dei locali napoletani pagassero per le persone che non potevano permetterselo passa dai banconi dai bar a quelli dei forni.
A lanciare l’iniziativa all’insegna della sharing economy e della condivisione sono stati il Presidente dell’Unipan, l’associazione panificatori della Campania, Mimmo Filosa ed il membro dell’ esecutivo nazionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli. La regola del “pane sospeso” è uguale a quella del “caffè”: dopo aver comprato il pane si può decidere di “acquistarne” altro per i più bisognosi. Il personale lo darà riservatamente a chi ne ha bisogno.
“Sono davvero tante le persone che hanno difficoltà oramai anche ad acquistare un pezzo di pane. Questa iniziativa – spiegano Filosa e Borrelli – vuole aiutarle in modo concreto e saremo anche molto discreti nel fornire aiuto perché molte famiglie si vergognano di manifestare la propria povertà”.
Ma la solidarietà, si sa, non ha confini. E a Napoli si unisce anche Messina con il suo pane in attesa. Qui sono già 4 i panifici in cui si può decidere di “acquistarne” altro per i più bisognosi. L’iniziativa, in questo caso, è promossa dall’associazione Invisibili onlus di Messina, e ha sempre l’obiettivo di far arrivare il pane a chi, disgraziatamente, ha “il portafogli vuoto”.
“Abbiamo deciso di aderire all’iniziativa perché ci sembra importante. Noi fornai sappiamo bene che oggi anche comprare un chilo di pane è un costo per alcuni difficile da sostenere – sottolinea secondo quanto riporta redattore sociale Simona Bronchi, titolare del panificio La spiga d’oro, uno dei panifici coinvolti nel progetto -. Ma è un bene importante e permette di sfamare le persone“.
Un piccolo gesto di condivisione per aiutare le famiglie in grave difficoltà a causa, principalmente, della crisi che ha messo in ginocchio l’Italia, che non possiamo che augurarci venga replicato in tante altre città.
Roberta Ragni
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