In occasione della giornata della gentilezza, il Librificio di Torino ha lanciato l'iniziativa che dona cappotti (e libri) a chi ne ha più bisogno!
In occasione della giornata della gentilezza, il Librificio di Torino ha lanciato l’iniziativa che dona cappotti (e libri) a chi ne ha più bisogno!
Vi abbiamo parlato più volte dei muri della gentilezza, idea lanciata un po’ in tutto il mondo negli ultimi anni. Un bel gesto di solidarietà nei confronti di chi è più svantaggiato e, nella stagione fredda, non può acquistare cappotti e altri indumenti caldi.
In pratica sul muro della gentilezza, che può essere una parete, un’installazione in strada ma anche un semplice albero, sono appesi cappotti, giacche, maglioni, sciarpe, cappelli, ecc. tutto l’occorrente per proteggersi dal freddo. Chi ne ha bisogno può prenderli, chi ha da donare invece li lascia.
Oggi in occasione della Giornata della Gentilezza, il Librificio di Torino (sede della Voglino Editrice) ha deciso di lanciare il proprio “muro” fuori dal suo locale, in via Digione 18 nel quartiere Campidoglio.
In questo luogo, dove si producono libri ma si organizzano anche attività ed eventi per ridare valore alla lettura, al fare cultura, alla comunità e allo stare insieme, stamattina è stata posta un gruccia con cappotti per adulti e per bambini, gentilmente raccolti dalla presidente Cristiana Voglino e messi a disposizione di tutti.
Rispetto ai classici muri della gentilezza, però, vi è una cortesia in più. Chi prenderà i cappotti donati troverà dentro la tasca un libricino, ovviamente tra quelli pubblicati dalla casa editrice torinese.
Come ha dichiarato Cristiana:
“Non so se andrà bene, perché potrebbe prevalere la diffidenza, ma io voglio tentare perché mi sembra un gesto che interpreta il mio modo di stare in una comunità”
E se oggi l’iniziativa avrà successo, la gruccia con i capotti verrà esposta anche nei prossimi giorni fino a che saranno disponibili le giacche e poi può darsi che, con il passaparola, verranno messi a disposizione altri indumenti facendo diventare la postazione della gentilezza qualcosa di più stabile.
“Magari potrebbe nascere anche una catena di solidarietà in un quartiere dove mi pare che non manchino i bisogni”.
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Francesca Biagioli