Siamo andati all'inaugurazione del nuovo spazio Made in Made a Milano: da un ex capannone recuperato, un laboratorio per 15 giovani eco-stilisti ed eco-desiner
Se siete lettori affezionati di greenMe.it (e voi lo siete, vero?), sapete molto bene che in Italia, patria della moda e del design, esistono moltissime esperienze interessanti di artisti e stilisti che lavorano secondo i principi della sostenibilità, del basso impatto ambientale, del rispetto dell’etica del lavoro e delle persone. Molti di loro sono ragazzi giovani, a volte giovanissimi, con grande iniziativa e volontà, ma spesso poche opportunità concrete di avviare un vero e proprio business con le proprie creazioni. Uno dei tanti ostacoli, ad esempio, è rappresentato dalle onerose spese per avere un laboratorio proprio, uno spazio di vendita, uno showroom.
Proprio ai designer e agli stilisti in cerca di “casa”, il progetto Made in MAGE ha offerto la possibilità di avere uno spazio per i prossimi tre anni, a partire da gennaio 2011. Un’opportunità decisamente succulenta, che è stata colta da 15 realtà della moda e del design etico che hanno vinto il concorso Invito alla creatività: Made in MAGE. Sabato scorso i vincitori del concorso sono stati presentati ufficialmente nella giornata di inaugurazione dello spazio MAGE e noi, naturalmente, siamo andati a curiosare!
Ma cos’è davvero Made in Mage? Il progetto nasce per iniziativa del Comune di Sesto San Giovanni e del laboratorio Multiplicity.lab del Politecnico di Milano, in collaborazione con alcune tra le più vivaci realtà milanesi nell’ambito della creatività e della sostenibilità: la NABA Nuova Accademia di Belle Arti, l’associazione Esterni e Terre di Mezzo.
L’idea alla base è molto semplice: Made in Mage unisce infatti il recupero di una struttura di archeologia industriale (gli ex Magazzini Generali Falck di Sesto) con il principio dell’incubatore d’impresa, per offrire ai giovani artisti e creativi uno spazio in cui poter lavorare e creare le proprie collezioni all’insegna della sostenibilità e dell’impegno etico.
I vincitori del concorso sono stati selezionati sulla base della qualità del progetto creativo, secondo una serie di criteri legati in primo luogo all’approccio sostenibile e ai principi del critical fashion, ma anche alla capacità di coinvolgere il territorio e di offrire servizi alla comunità locale. Un modo per dare nuova vita a un luogo in disuso, offrire uno spazio sociale per eventi e iniziative alla cittadinanza e un’opportunità di business per le 15 realtà che potranno lavorare, esporre, vendere al suo interno.
La selezione di atelier e di proposte offerta dallo spazio Mage è molto ampia. Dagli abiti usati al recupero creativo di tessuti e materiali di scarto. Dalle stampe africane prodotte con progetti sociali sul territorio ai tessuti biologici, passando per cooperative sociali e impiego di persone svantaggiate.
Se Made in Mage ha un difetto, forse, è proprio la selezione così ampia, per un progetto che punta ad essere un centro di elaborazione di moda e design, di quello che, sulle passerelle, si chiama “fashion”. La bontà dei materiali e il valore etico di un percorso, infatti, non sempre corrispondono a risultati effettivamente capaci di misurarsi alla pari con la “moda tradizionale”. Uno scoglio ben noto a chi cerca di fare moda mantenendosi all’interno di certi confini e principi; d’altra parte, il giudizio estetico può essere discusso, mentre il valore etico ambientale rappresenta comunque un principio guida che mantiene la sua importanza.
Ma non siete curiosi di conoscere da vicino gli ospiti di Mage? Magari qualcuno che non è ancora passato dalle pagine di greenMe, incredibile a dirsi!
ALITA
Cominciamo con le giovanissime creatrici del progetto Alìta, nato appositamente per Made in Mage dalla fusione delle esperienze di Rossella Scicolone e Cora Bellotto, stiliste con la passione per il riciclo creativo.
“Per un artista utilizzare un repertorio che ha i segni dell’uso significa evidenziare lo stratificarsi dell’esperienza e parlar del tempo, della vita che scorre, della transitorietà. Significa appropriarsi di una storia e immettere nell’ opera un senso di identità personale.” Questa frase di Alma Bannet, come un manifesto, accoglie i visitatori all’ingresso dell’atelier-laboratorio.
I modelli di Alìta, infatti, nasceranno da abiti smessi, campionari, fondi di magazzino e materiali di scarto: un bagaglio di “avanzi” da reintepretare e a cui trovare una nuova identità. Proprio come i personaggi del manga a cui si ispira il nome del progetto, che vivono in una città formata da avanzi di discarica (in un futuro non troppo difficile da immaginare, purtroppo) e che imparano a costruire una nuova esistenza convivendo e tirando fuori il meglio da ciò che gli altri hanno gettato via.
L’aspetto della partecipazione e della condivisione delle esperienze è un altro elemento importante per le ragazze di Alìta, che sabato hanno realizzato un simpatico workshop di t-shirt restyling che ha coinvolto diversi visitatori, tra cui anche una giovanissima fashion addicted che ha decorato la sua t-shirt con un cuore di pizzo, sempre seguita dai consigli e dalle più abili mani di Rossella e Cora.
Nello spazio Mage Alíta lavorerà e continuerà a creare vestiti, ma soprattutto proporrà workshop e incontri per gli appassionati e tutti i curiosi che desiderano prendere confidenza con ago e filo e imparare a rinnovare il proprio guardaroba.
La possibilità di coinvolgere direttamente gli appassionati e i potenziali clienti, è uno degli elementi che rende Mage particolarmente interessante, e che fa brillare gli occhi degli stilisti nei loro piccoli atelier.
LAAFIA
Anche le creatrici di Laafia, infatti, progettano piccoli corsi di cucito e workshop da organizzare nel prossimo futuro. E devo dire che, visti i modelli, a me non dispiacerebbe per niente imparare qualcosa da loro!
Le specialità di Laafia sono due: le stoffe africane, dai colori sgargianti, abbinate a inserti di jeans o tessuti monocromi, e i modelli scomponibili e multiuso: il top che diventa borsa, la gonna portafoglio chediventa casacca, il vestito che diventa top con un colpo di zip. L’idea di fondo è che è il capo è come un gioco creativo con cui continuare a sperimentare anche una volta indossato, provando nuove forme e nuovi abbinamenti.
Il progetto di Laafia parte da lontano con un’impronta etica, oltre che di stile: precisamente da Diapaga, in Burkina Faso, dove c’è il laboratorio di sartoria di Abel, che è anche una scuola di formazione e un’opportunità di lavoro per le persone del posto. Da lì arrivano le stoffe variopinte, ma anche le tante storie – raccolte nella sezione video del sito di Laafia – che raccontano la nascita degli abiti, le tradizioni e le passioni dietro a ogni lavoro.
TEA_TIME
Se i tessuti stampati sono la vostra passione, c’è un altro atelier che non potete perdere: Laura Villa e Francesca Soffiantini di tea_time hanno fatto della serigrafia e delle tinture naturali le chiavi del loro lavoro, che comprende abiti e accessori in tessuti naturali, di tanto in tanto mescolati con materiali originali e alternativi, come ad esempio i tessuti da arredamento, usati per arricchire un cappotto.
A Made in Mage hanno presentato anche un’interessante linea di gioielli rigorosamente fatti a mano da Francesca Telleschi, che ne realizza anche su misura e a richiesta.
MAMMARSUPIO
E chi ha detto che la moda etica è solo per i grandi? Da Mage ci sono anche le mamme di Mammarsupio, creatrici delle fasce lunghe per portare i bambini rigorosamente “made in Italy”, in tessuti naturali e realizzati in collaborazione con una cooperativa sociale che impiega persone svantaggiate. Nello spazio Mage presentano ora una linea di abiti e accessori per i più piccoli, confezionati con gli stessi materiali delle fasce. Coloratissimi e di taglio molto semplice, sono pensati per accompagnare i bimbi nella crescita, grazie a stringhe che si allentano e risvolti che si possono allungare. Ma soprattutto sono abiti comodi, che non fanno il verso allo stile adulto ma sono concepiti per dare la massima libertà di movimento ai bimbi.
Lo spazio di Mammarsupio nel Mage si propone di diventare anche un luogo di incontro e di partecipazione: verranno infatti organizzati dei veri e propri laboratori di progettazione partecipata per mamme e nonne, alla ricerca di nuove soluzioni per il mondo dei bambini.
L’aspetto sociale, lo avrete capito, riveste una grande importanza nel progetto Mage ed è quello che lo rende, ai nostri occhi, particolarmente interessante. Un centro di aggregazione e di incontro in cui non solo comprare abiti e accessori decisamente interessanti, ma dove cominciare ad avvicinarsi davvero alla dimensione artistica e artigianale che c’è dietro a ciascun progetto. Una buona opportunità per la diffusione di una vera coscienza etica rispetto alla moda, a cui greenme augura un grande successo.
Mage si trova a Sesto San Giovanni ed è facilmente raggiungibile da Milano con la linea 1 della metropolitana. Per informazioni su aperture e orari, il contatto è l’associazione Temporiuso, info@temporiuso.org | 02 2399 5535 | 328.6022921.