La sharing economy conquista Berlino e la Germania. Il merito anche di iniziative come Leila project,la biblioteca delle cose in cui è possibile portare gli oggetti non più utili e prendere in prestito, gratuitamente, quello che serve. Tutto parte da un piccolo negozio su Fehrbelliner Strasse, a nord-est del centro della città, dove si continua ad appendere mensole e montare scaffali.
La sharing economy conquista Berlino e la Germania. Il merito anche di iniziative come Leila project,la biblioteca delle cose in cui è possibile portare gli oggetti non più utili e prendere in prestito, gratuitamente, quello che serve. Tutto parte da un piccolo negozio su Fehrbelliner Strasse, a nord-est del centro della città, dove si continua ad appendere mensole e montare scaffali.
L’oggetto più ambito? Sono i trapani, spiega il fondatore Nikolai Wolfert, che ha creato questa oasi della condivisione nel 2011 a 31 anni. I residenti hanno appoggiato il suo progetto ed è nata la biblioteca delle cose, dove gli iscritti possono prendere in prestito qualsiasi oggetto, dai giochi da tavola ai bicchieri di vino, dagli spremiagrumi agli zaini da trekking. Tutto quello che si devi fare per diventare membri è portare un oggetto da condividere.
“Il trapano elettrico in media viene utilizzato solo 13 minuti nell’arco di un’intera vita. Ha senso comprare una cosa del genere o è molto più efficace condividerlo?”, dice Nikolai, sottolineando che non si tratta solo di fare la carità ma di essere efficienti.
Dal suo lancio nel giugno 2012, Leila ha ispirato imitatori in tutto il paese. Negozi simili sono in fase di apertura in diversi distretti di Berlino, così come a Kiel e a Vienna. Würzburg ha il suo Leihbar, o “bar del prestito” e un caffè di Berlino ha messo a disposizione un Dingeschrank, o “armadio per le cose”. Sono solo alcuni dei progetti di collaborazione, con accento sulla condivisione delle risorse, che stanno spuntando in tutta la Germania.
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