Si chiama Alberto Toro ed è un insegnante formatosi ad Harvard che ha deciso di trasferirsi a Pitarque, sperduto paese della Spagna.
Il suo nome è Alberto Toro, ha 39 anni ed è un insegnante formatosi ad Harvard che ha deciso, a un certo punto della sua vita, di trasferirsi in un piccolo e sperduto villaggio spagnolo del Maestrazgo, Pitarque, popolato da poco più di 30 abitanti e difficilmente raggiungibile persino con il GPS. Non per questo ha rinunciato alla sua vocazione all’insegnamento, tutt’altro: qui Alberto forma cittadini e non dipendenti.
Il suo metodo di insegnamento è infatti diverso da quello a cui siamo abituati. I suoi studenti, che si contano sulle dita di una mano, guardano documentari, fanno gite nella boscaglia, attività all’aria aperta, giocano, creano libri e vengono qualificati con i livelli principiante, professionista ed esperto, anziché con i classici voti.
L’aula è una specie di soppalco-bazar con tanto di zona relax e vicolo pieno di graffiti. I vantaggi di una scuola così piccola sono molteplici secondo quanto dichiara Alberto a El Mundo, per esempio la possibilità di dedicare maggior tempo a ogni singolo studente, l’ambiente naturale circostante, l’interazione con tutta la comunità che insegna a sua volta, la conoscenza più stretta dei bambini e delle loro storie.
Pitarque, una escuela donde su maestro Alberto Toro se ha atrevido a transformar y superar el modelo el modelo tradicional.Felicidades !! pic.twitter.com/SnPE5GrzUr
— Mª Lourdes Alcalá (@louralcala) June 8, 2017
Non manca ovviamente la parte dedicata allo studio ma Alberto non crede nella cosiddetta “memorizzazione bulimica”, come ha dichiarato nell’intervista a “El Mundo“, preferisce puntare sulla comprensione delle materie, che è tutt’altra cosa.
Chi sono i suoi alunni? Come dicevamo, si contano sulle dita di una mano e si chiamano Begoña, 13enne figlia di un contadino, Eloy, figlio di un pastore e della proprietaria di una locanda, Ismael, figlio di immigrati marocchini che gestiscono un ostello situato a cinque chilometri da Pitarque, il fratello Achraf e infine Youssef, il cui padre lavora nella scuola materna locale. Tutti con un destino meraviglioso, secondo Alberto, che in ognuno di loro vede preziosi talenti.
Il problema è che se gli studenti dovessero finire, la scuola di Alberto sarebbe destinata a chiudere e come dice lui, quando una scuola chiude la città è morta. Perché se c’è una cosa che fa vivere i paesi è proprio la voce dei bambini. Speriamo che possa proseguire nella sua “missione” educando nuovi cittadini pieni di speranza!
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Laura De Rosa