I guardiani della spiaggia: come l’azione di due sole persone ha coinvolto tutta la comunità contro i rifiuti di plastica

Un'iniziativa di padre e figlia che piano piano ha sensibilizzato e coinvolto tutta la comunità, oggi impegnata a mantenere le spiagge pulite da rifiuti di plastica

In Cornovaglia, tutta la comunità partecipa attivamente alla regolare pulizia delle spiagge dai rifiuti di plastica.

Adulti, bambini, persone anziane sono i “guardiani delle spiagge” che si ritrovano in piccoli gruppi e, armati di sacchi, raccoglitori e pinze raccolgono sacchetti, bottiglie, reti e corde.

Molti di questi oggetti vengono poi recuperati e riutilizzati a scopo educativo o per installazioni artistiche per sensibilizzare sul problema dei rifiuti di plastica.

Altri vengono riciclati e lavorati per produrre kayak che servono a raggiungere baie remote da ripulire, altri ancora sono conferiti agli impianti per il riciclo.

I rifiuti non riciclabili sono invece destinati all’inceneritore che genera elettricità per la comunità.

Questa attività, che oggi coinvolge gran parte della comunità, è partita grazie all’iniziativa di due sole persone: Emily Stevenson, una ragazza di 24 anni, e suo padre Rob.

Emily e suo padre si sono dedicati a pulire le spiagge praticamente da sempre, ma la loro attività ha fatto notizia qualche anno fa. Nel 2017, infatti, Emily ha trovato un pacchetto di patatine datato 1997, anno della sua nascita: colpita da questo ritrovamento, ha deciso di presentarsi alla discussione della tesi di laurea con un abito fatto proprio da pacchetti di patatine.

L’outfit decisamente particolare ha acceso i riflettori su di lei e soprattutto sulla sua natura ambientalista e ha fatto in modo che molte persone seguissero lei e il padre nella pulizia delle spiagge.

Così, l’attività di due sole persone si è estesa praticamente a tutta la comunità, trasformandosi in un appuntamento che fa bene all’ambiente e che rafforza i rapporti sociali.

Secondo la Marine Conservation Society, ogni miglio di spiaggia nel Regno Unito “ospita” circa 5.000 rifiuti di plastica; in Cornovaglia il problema è particolarmente sentito, trattandosi della regione con il numero maggiore di coste.

Frammenti di reti da pesca, immondizia abbandonata dai turisti e altri rifiuti, affollano le spiagge e rappresentano un enorme problema per la vita marina. Impossibile ignorali e non fare nulla, come spiega una volontaria:

Una volta che inizi a vederlo, non puoi non vederlo più. Venendo qui si vede la portata e la complessità del problema. Significa che quando torni a casa inizi a pensare, giusto, di cosa non ho bisogno? Ho bisogno di quella bottiglia d’acqua di plastica? Probabilmente no – dice.

I guardiani della spiaggia collaborano con l’associazione The 2 Minute Foundation, che da 2014 lavora per installare sempre più contenitori per i cestini, ben visibili e colorati, impossibili da non notare.

L’obiettivo è quello di sensibilizzare i turisti a non abbandonare rifiuti e a fare la loro parte nella pulizia. Chi si unisce alla raccolta è invitato a condividere la sua buona azione sui social con l’hashtag 2minutebeachclean, che si è diffuso ben oltre la Cornovaglia, coinvolgendo praticamente tutto il mondo. Secondo l’associazione, l’installazione d cestini e il coinvolgimento della cittadinanza ha permesso di ridurre del 68% l’abbandono di rifiuti.

Ovviamente, per ridurre i rifiuti è necessario non è sufficiente raccogliere ciò che viene abbandonato ma cercare di produrne il meno possibile.

Se hai un lavandino che perde in bagno, non trascorri il tempo anno dopo anno a pulire il pavimento: aggiusti il rubinetto. La pulizia della spiaggia è pulire il pavimento, ma saremo costretti a farlo per sempre, a meno che non chiudiamo il “rubinetto della plastica” – spiega Emily Stevenson.

Una metafora chiarissima per spiegare come non sia possibile agire sempre e solo sull’emergenza ma lavorare a monte.

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Fonti di riferimento: BeachGuardian/Beachcleaner/The Guardian

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