L’uragano Katrina che, nell’estate del 2005, ha devastato la costa del Golfo e l'intera città di New Orleans, ha portato con sé tristi conseguenze, tra cui anche quelle legate ai tantissimi oggetti diventati rifiuti dopo la devastazione.
Può un oggetto diventare uno dei simboli che ricordano una tragedia? A giudicare da queste immagini potremmo sicuramente rispondere di si. L’uragano Katrina che, nell’estate del 2005, ha devastato la costa del Golfo e l’intera città di New Orleans, ha portato con sé tristi conseguenze, tra cui anche quelle legate ai tantissimi oggetti diventati rifiuti dopo la devastazione.
Quando Katrina aveva costretto gli americani ad abbandonare le proprie case nessuno avrebbe mai potuto immaginare che, sarebbero passate settimane, prima di farci ritorno. Alcuni di loro, erano riusciti a svuotare i frigoriferi e portare con sé qualche alimento ma, la maggior parte in quel momento di panico, aveva abbandonato il tutto.
Così, senza energia elettrica i frigoriferi si erano trasformati in camere a gas per latte, uova, verdure, carne e tutti i cibi contenuti in essi. Dopo aver provato a pulirli e a buttare gli alimenti deteriorati, i proprietari si erano resi conto che l’odore era insopportabile e che, muffa e vermi, avevano ormai compromesso per sempre l’integrità dei loro frigoriferi.
Una volta chiusi con il nastro adesivo, le grandi scatole bianche erano state portate in strada in attesa del ritiro comunale e del passaggio dalla discarica a una seconda vita. Ed ecco che, mentre ognuno aspettava il proprio turno, un residente scrisse sopra al proprio frigorifero: “Non aprire questa porta”.
Lanciata l’idea il risultato fu quello che si vede in queste immagini: disegni, graffiti, frasi divertenti, ognuno insomma a modo proprio, decise di sfruttare la presenza del frigorifero sul marciapiede dando sfogo alla propria vena artistica.
Piano piano la gente iniziò a fotografarli come se fossero opere d’arte, ovviamente una mostra temporanea perché in meno di un anno il governo locale è riuscito a ritirarli tutti e riciclarli.
Dominella Trunfio
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