È stato presentato ieri mattina a Verona, nell'ambito di Solarexpo 2010, il progetto “Un Ettaro di Cielo”, il primo caso in Italia di impianto fotovoltaico “popolare”, ovvero finanziato e costruito grazie al contributo di 350 cittadini (ma altri cento sono in lista di attesa) che hanno sottoscritto il prestito obbligazionario emesso da Belvedere spa, la società di Peccioli, in Provincia di Pisa, che ha commissionato, ideato e fortemente voluto la realizzazione dell'impianto.
Non a caso il progetto è stato spiegato ieri da Renzo Macelloni, presidente di Belvedere s.p.a, nel corso della parte dedicata alle “best practices”, le buone pratiche ambientali, del convegno intitolato “La sostenibilità del fotovoltaico”, promosso dalle principali associazioni italiane che riuniscono gli operatori del settore: ANIE/GIFI, APER, ASSOSOLARE.
Il convegno è stato un momento di aggiornamento per gli operatori del settore fotovoltaico, nel corso del quale sono stati affrontati tutti gli aspetti economici, ambientali e sociali dell’energia solare, a partire dal futuro Conto Energia 2011, ma ponendo l’attenzione anche sulle varie realtà della filiera del fotovoltaico, sia a livello internazionali che nazionale, particolare interesse ha suscitato il caso di Peccioli, in particolar modo per il sistema di finanziamento e di rendimento che è riuscito ad organizzare. “Siamo orgogliosi – ha detto Renzo Macelloni – di presentare i bei risultati della nostra iniziativa nel corso di una manifestazione così importante per il settore fotovoltaico e, in generale, per tutta la Green Economy“.
Ma come nasce l’idea e perché è stato dato questo nome al progetto ? A rispondere è stato lo stesso Macelloni: “Il progetto ha preso il nome di “Un ettaro di cielo” perché l’impianto fotovoltaico è stato costruito su un ettaro di terreno di nostra proprietà. Il riferimento al cielo è dovuto ai vantaggi ambientali ottenuti in termini di riduzione delle emissioni di C02 in atmosfera. Abbiamo avuto questa idea in seguito ad attente valutazioni sui costi e sulle procedure che una famiglia media del centro Italia avrebbe dovuto sobbarcarsi per avere accesso alla tecnolgia fotovoltaica e ai suoi benefici. Realizzare un impianto fotovoltaico nelle abitazioni – ha continuato Macelloni- necessita, infatti, di un’ingente spesa iniziale e di un ampio spazio a disposizione in cui installare i pannelli, senza contare la manutenzione o le eventuali spese architettoniche da sostenere. Si tratta di cifre importanti, addirittura pari, secondo i nostri calcoli, a circa 8mila euro per ogni kilowatt di potenza installata. Con cifre assai inferiori, invece, i cittadini di Peccioli (e non solo), grazie al nostro progetto, hanno avuto accesso ai benefici del fotovoltaico con ritorni economici garantiti dalle obbligazioni, emesse per la costruzione della centrale fotovoltaica della Valdera, ovvero la centale di Peccioli, grazie alla quale i cittadini possono partecipare alla produzione di energia verde senza avere i problemi burcratici connessi e senza doversi occupare di aspetti tecnici, molto spesso sproporzionati rispetto all’entità dell’intervento. Basti pensare, ad esempio, a chi vorrebbe passare all’energia pulita ma, vivendo in appartamento, si vede la strada sbarrata da condomini riottosi”.
”Per adesso – ha continuato Macelloni – l’impianto è stato realizzato su un ettaro di terreno, ma potremmo anche aumentarne la superficie perché di ettari a disposizione ne abbiamo dieci. La forma della partecipazione popolare, mediante obbligazioni (che abbiamo voluto convertibili successivamente in azioni della nostra società) o mediante azionariato popolare diffuso, può essere la chiave di volta per offrire a moltissime famiglie italiane la possibilità di risparmiare sui costi dell’energia elettrica. Potrebbe essere un’idea, specie in tempi di crisi economica come quelli che viviamo attualmente, per incentivare la filiera del fotovoltaico, dare impulso ai green jobs e stimolare la produzione di energie rinnovabili nel nostro Paese. Oggi , infatti, il problema energetico è tra quelli più importanti per la sorte dell’economia del nostro Paese e, non solo, per la salute ambientale dell’intero pianeta. Perciò è indispensabile procedere alla produzione di energia attraverso fonti rinnovabili, ed una tra le possibili soluzioni è rappresentata dal fotovoltaico. Con l’idea “Un Ettaro di Cielo” , dunque, abbiamo dato un nostro contributo concreto alla produzione di energia da fonti rinnovabili, un settore in cui, de resto, siamo operativi da oltre dieci anni grazie alla produzione di energia elettrica dal biogas dell’impianto di smaltimento rifiuti che Belvedere spa gestisce nella frazione pecciolese di Legoli. Presso lo stesso impianto stiamo conducendo anche un importante sperimentazione sulla dissociazione molecolare dei rifiuti per trarne energia, una sperimentazione assai importante, che avuto risultati ottimi ed incoraggianti. È in corso d’opera, inoltre, anche uno studio di fattibilità tecnico-economica per capire se ci sono le giuste condizioni per la creazione anche di un parco eolico.
Tuttavia tra le tante iniziative che Belvedere s.pa. ha in cantiere “Un ettaro di Cielo” è, senza dubbio, il progetto maggiormente noto perché è stato una novità assoluta nel panorama italiano ed ha coinvolto direttamente i cittadini: Belvedere S.p.A , anziché mantenere per sé i ritorni economici dell’iniziativa (dati dall’accesso al Conto Energia) ha trovato il modo di estendere una tale possibilità anche ai cittadini del territorio. Infatti dei circa 6 milioni di euro necessari alla realizzazione dell’impianto fotovoltaico da un MW di potenza complessiva (5502 pannellifotovoltaici e 198 inverters) 3,5 milioni sono stati forniti direttamente da Belvedere, mentre i restanti 2,5 milioni sono arrivati dai cittadini di Peccioli e dintorni che hanno acquistato le obbligazioni emesse per l’occasione dalla società, peraltro essa stessa “pubblica” dato che le azioni del suo capitale sociale sono detenute dal Comune di Peccioli, (nella misura del 55,94%) e per la restante parte da 850 piccoli azionisti (più di 500 residenti nel Comune di Peccioli) che, ad oggi, complessivamente il detengono il 44,06% del capitale sociale.
Conformemente alla filosofia di Belvedere, dunque, il 14 Marzo 2009 è partito il collocamento delle obbligazioni del progetto “Un Ettaro di Cielo”, per un importo complessivo di 2.490.000 euro formati da 49800 obbligazioni del valore nominale di cinquanta euro, convertibili in azioni ordinarie di Belvedere S.p.A. ed acquistabili con lotti minimi di 60 obbligazioni, corrispondenti, cioè, a 6000 euro ed equivalenti ad 1 KW di potenza installata.
Il prestito obbligazionario, andato a godimento dal 19 Luglio 2008, è stato emesso in due tranches: la prima con durata di sette anni ed un interesse fisso del 5,5% annuo, al lordo delle ritenute di legge, la seconda con durata di dodici anni ed un interesse del 6,5% annuo lordo. La resa, tradotta, in euro, varia dai 150 ai 170 euro per ogni 3000 euro di obbligazioni sottoscritte, a seconda della tipologia delle stesse.
“Si tratta di un investimento sicuro”- ha detto Giacomo Bertini, responsabile finanziario di Belvedere S.p.A.,- perché abbiamo potuto prevedere sia la produzione di energia che il costo della tariffa ed i benefici del Conto Energia. Per cui i nostri obbligazionisti non vanno incontro a nessun problema. Del resto abbiamo valutato ogni aspetto nei minimi dettagli: ad esempio, grazie a un’idea dello stesso presidente Macelloni, abbiamo deciso di dare il via definitivo alla costruzione dell’impianto solo dopo aver avuto i risultati incoraggianti di un progetto pilota, che ha visto la costruzione di un piccolo impianto di 20 KW, ancora in funzione, che ci ha permesso di valutare, in scala, il funzionamento ed i rendimenti ottenibili, compreso un’idea dei quantitativi di anidride carbonica che si sarebbe potuto evitare. Forti dei risultati tecnici e di rendimento così ottenuti abbiamo deciso di procedere con il grande impianto da 1 MW.”
Ad oggi i rendimenti dell’impianto, presentati a Verona ma anche, pochi giorni prima, nel corso della annuale assemblea dei soci di Belvedere spa, hanno confermato la sostanziale bontà e redditività del progetto. Le previsioni del business plan , infatti, sono state sotanzialmente confermate: nel corso del 2009 sono stati prodotti ed immessi in rete 1204922 kw/h di energia elettrica. Tuttavia c’è da dire che, a causa di problemi al contatore Enel, la contabilizzazione della produzione è avvenuta solo da Maggio, con qualche mese di ritardo, mentre nel mese di Agosto 2009 la produzione è stata rallentata, di circa il 3,6%, a causa del furto di alcuni pannelli fotovoltaici. I rendimenti, quindi, pur conformi a quanto ipotizzato, sarebbero potuti essere ancora maggiori. Segno che l’impianto funziona bene e l’investimento conviene.
Per quanto riguarda, invece, l’aspetto ambientale, l’impianto “popolare” di Peccioli, progettato dai tecnici di “P&C consulting srl” ed installato dall’azienda tedesca “Matrix Power Systems Gmbh”, che si è avvalsa anche di collaboratori locali, consente una riduzione delle emissioni di C02 in atmosfera per un quantitativo annuo pari a 650 mila kg, mentre la produzione di energia elettrica è pari a quella del fabbisogno annuo di circa 500 famiglie “medie”, tenendo di conto che una famiglia “media” del centro Italia consumi circa 3 KW all’ora di energia elettrica.
“Un ettaro di Cielo”, dunque, è un progetto meritevole che andrebbe replicato anche inaltre zone d’ Italia, ed ha avuto il plauso del Presidente della Provincia di Pisa, Andrea Pieroni, e dell’assessore all’ambiente della Regione Toscana, Anna Rita Bramerini, che hanno visitato ed apprezzato l’impianto nel giorno della sua inaugurazione. Tuttavia una scheda tecnico-econmica era stata richiesta anche dall’allora Ministro dell’ Ambiente Alfondso Pecoraro Scanio, che aveva avuto modo di conoscere l’impianto ed intendeva farne un esempio di politica economica in materia energetica.