La donna che ogni giorno cura le mucche radioattive di Fukushima

A Fukushima, una donna sta rischiando la propria vita per curare gli animali abbandonati. All'indomani del terremoto e dello tsunami che diedero vita a uno dei più gravi incidenti nucleari di sempre, Tani Sakiyuki (Satsuki Satuki) non si è lasciata impaurire dalle radiazioni e dal 2011 continua ininterrottamente a nutrire le mucche

A Fukushima, una donna sta rischiando la propria vita per curare gli animali abbandonati. All’indomani del terremoto e dello tsunami che diedero vita a uno dei più gravi incidenti nucleari di sempre, Tani Sakiyuki (Satsuki Satuki) non si è lasciata impaurire dalle radiazioni e dal 2011 continua ininterrottamente a nutrire le mucche.

Oltre 20.000 persone vennero uccise dal terremoto, altre 160.000 furono costrette a lasciarsi tutto alle spalle e a fuggire in salvo. Ma gli animali non potevano andare via. L’area più colpita nel 2011 ospitava oltre 3.500 capi di bestiame che divennero noti come le “mucche nucleari di Fukushima” dopo essere state esposte ad alti livelli di radiazioni.

Molte di loro ora sono morte, uccise dalla fame o dal governo. Per impedire che la carne e il latte dei bovini esposti fossero messi sul mercato, fu vietato portare via il bestiame. Le poche mucche sopravvissute si affidano ora alla gentilezza di esseri umani come Tani, così coraggiosi da rischiare la vita per portare loro cibo e acqua.

La donna lavorava in ufficio a Tokyo quando è avvenuta la catastrofe nucleare, 7 anni fa. In una recente intervista rilasciata alla giapponese AbemaTV, Sakiyuki ha detto di essere stata ispirata ad aiutare il bestiame abbandonato dopo aver visto notizie di animali affamati e agricoltori che cercavano di aiutarli nonostante gli avvertimenti del governo di non entrare nella zona di esclusione di Fukushima. “Se non li aiuto, chi lo farà?” si disse.

All’inizio, si recava ogni due giorni da Tokyo alla Prefettura di Fukushima per assicurarsi che le mucche avessero tutto ciò di cui avevano bisogno e fossero in buona salute. C’era ancora molto cibo e acqua a disposizione sul posto allora, ma col passare del tempo, l’acqua divenne scarsa e l’erba divenne l’unica fonte di cibo. Tani allora iniziò a portare loro l’acqua di un vicino fiume ma gli 11 animali ne bevevano tanta, quindi doveva fare diversi viaggi. Anche così, l’acqua era appena sufficiente per un giorno, non per due.

Ben presto divenne chiaro a Sakiyuki che aveva bisogno di dedicare più tempo alle mucche, così ha trovato un posto di lavoro più vicino alla zona di esclusione, e lavora di notte per prendersi cura degli animali durante il giorno. Ora passa quattro ore con le mucche ogni giorno, portando loro acqua e cibo più nutriente rispetto all’erba che cresce intorno all’area.

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Se fosse possibile, passerebbe ancora più tempo con i suoi amati animali, ma esporsi a livelli pericolosi di radiazioni per più di 4 ore metterebbe seriamente a repentaglio la sua salute. Le 11 mucche si trovano vicino alla città deserta di Okuma, a soli 10 km dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi, la fonte delle radiazioni.

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Tani Sakiyuki è solo una delle tante persone che rischiano la vita per assicurarsi che gli animali contaminati nell’area di esclusione di Fukushima sopravvivano. Il governo ha iniziato chiedendo ai proprietari il permesso di eutanasia del loro bestiame due giorni dopo il disastroso terremoto del 2011. Molti erano d’accordo e circa 1.500 mucche sarebbero state uccise, ma alcuni rifiutarono e continuarono a prendersi cura degli animali.

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Tra questi anche Naoto Matsumura, considerato finora l’ultimo uomo di Fukushima a salvare gli animali. Adesso che conosciamo anche la storia di Tani Sakiyuki sappiamo che non è più da solo.

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Uomini e donne coraggiose che non hanno paura di rischiare la propria vita per salvare quella di altre creature.

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Francesca Mancuso

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