Rinascere dopo una catastrofe naturale e trasformare una tragedia in un’opportunità: questa è, in sintesi, la storia di Greensburg, una piccola località del Kansas, nel cuore più profondo e conservatore degli Stati Uniti, distrutta nel 2007 da un violentissimo tornado. Come Pescomaggiore, il paesino abruzzese duramente colpito dal terremoto del 6 aprile 2009 e che gli abitanti stanno mano a mano ricostruendo con materiali e soluzioni eco-compatibili, anche Greensburg è una testimonianza di caparbietà, forza di volontà, speranza e desiderio di costruire un futuro migliore per le nuove generazioni.
Rinascere dopo una catastrofe naturale e trasformare una tragedia in un’opportunità: questa è, in sintesi, la storia di Greensburg, una piccola località del Kansas, nel cuore più profondo e conservatore degli Stati Uniti, distrutta nel 2007 da un violentissimo tornado. Come Pescomaggiore, il paesino abruzzese duramente colpito dal terremoto del 6 aprile 2009 e che gli abitanti stanno mano a mano ricostruendo con materiali e soluzioni eco-compatibili, anche Greensburg è una testimonianza di caparbietà, forza di volontà, speranza e desiderio di costruire un futuro migliore per le nuove generazioni.
Letteralmente, Greensburg significa “borgo verde”: un nome che, con il senno di poi, potrebbe essere considerato anche una sorta di presagio. La cittadina era stata così battezzata in tempi non sospetti, in onore di Donald R. Green, promotore di una linea di trasporti in diligenza che a fine Ottocento aveva dato grandissimo impulso allo sviluppo e alla crescita di quel piccolo insediamento rurale situato nel sud-ovest del Kansas, la terra di Dorothy, indimenticabile protagonista de Il meraviglioso mago di Oz.
Il 4 maggio del 2007 la piccola città di 2.000 abitanti viene colpita da un tornado di forza 5: un vortice del diametro di oltre 2,7 km, con venti di velocità superiore ai 320 chilometri orari, rade al suolo il 75% degli edifici di Greensburg, sradicando alberi e provocando la morte di 11 persone (qui trovate una galleria fotografica del disastro). Superato il terribile shock iniziale, gli abitanti decidono di rimboccarsi le maniche e di ricostruire la loro città facendola “più forte, più bella, più verde” (stronger, better, greener), conformandosi alle norme e alle soluzioni più all’avanguardia in materia di edilizia sostenibile e risparmio energetico.
Per questo la ricostruzione, iniziata dagli edifici pubblici e finanziata esclusivamente attraverso donazioni da parte di chiunque desiderasse offrire il proprio contributo, si è uniformata agli standard previsti dalla certificazione LEED Platinum, il livello più avanzato previsto dall’U.S. Green Building Council in materia di bio-architettura. Il piano di ricostruzione è stato una sintesi perfetta di buona volontà, rispetto per l’ambiente e tecnologie più innovative, alla collaborazione offerta sia dal mondo dell’industria che da quello della ricerca universitaria.
Tutti gli edifici della nuova cittadina sono stati progettati per essere isolati termicamente – con tetti bianchi per riflettere la luce solare e pareti realizzate in materiali particolari per evitare la dispersione del calore – e autonomi dal punto di vista del fabbisogno energetico – grazie all’installazione di pannelli solari e all’impiego del geotermico. A questo proposito, si calcola che, una volta completata la ricostruzione, Greensburg sarà il centro abitato con la concentrazione di uso di energia geotermica pro-capite più elevata del mondo.
Le vernici utilizzate per pitturare le pareti di ogni edificio della nuova Greensburg sono rigorosamente ecosostenibili ed atossiche, mentre gli arredi e il mobilio sono in legno e in altri materiali riciclati. Inoltre, tutte le strutture sono state progettate per sfruttare al meglio l’illuminazione naturale, in modo da evitare l’inquinamento luminoso e contenere gli sprechi. E, ciliegina sulla torta, l’acqua piovana viene raccolta per essere impiegata nell’irrigazione di campi e spazi verdi.
Le fasi della ricostruzione di Greensburg, che, a lavori ultimati, potrà fregiarsi del titolo di “green city d’America”, sono state raccontate nel documentario a puntate Greensburg. A story of community rebuilding (2008), prodotto da Leonardo Di Caprio, andato in onda negli Stati Uniti sul canale Planet Green e distribuito in Italia su Sky. Per ricordare a tutti che è possibile rinascere anche dopo la peggiore delle catastrofi.
Guarda tutte le foto dell’avanzamento dei lavori di ricostruzione di Greensburg