Dadi Shop, nasce il primo negozio italiano gestito da ragazzi Down

Ci sono borse, cuscini, coperte e ancora soprammobili, bigiotteria e perfino quadri, pezzi unici e rigorosamente made in Italy, realizzati artigianalmente da un gruppo di ragazzi che nei giorni scorsi, ha inaugurato il primo negozio del Belpaese interamente gestito da persone con sindrome down e con disabilità intellettive.

Ci sono borse, cuscini, coperte e ancora soprammobili, bigiotteria e perfino quadri, pezzi unici e rigorosamente made in Italy, realizzati artigianalmente da un gruppo di ragazzi che nei giorni scorsi, ha inaugurato il primo negozio del Belpaese interamente gestito da persone con sindrome down e con disabilità intellettive.

Lo spazio commerciale è il Dadi-Shop di Selvazzano Dentro ed è stato messo a disposizione da Alì Supermercati, qui i ragazzi della Cooperativa “Vite Vere – Down Dadi” fanno i commessi mentre, nell’atelier di via Loredan sempre a Padova, danno vita, durante i laboratori, a creazioni originali.

Il Dadi-Shop, inaugurato l’8 ottobre, subito prima della Giornata Nazionale delle Persone con sindrome di Down è in un punto strategico della città.

“Non più spazi modesti in luoghi poco attrattivi spesso prerogativa della disabilità ma uno spazio arioso, nuovo, di tendenza, dove la disabilità si inserisce con pari dignità e si confronta con le altre realtà commerciali presenti”,spiega la presidente della Cooperativa Vite Vere – Down Dadi Patrizia Tolot.

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L’obiettivo, dunque, è quello di far conoscere questa nuova realtà, contribuendo a creare una cultura della normalità che supera i pregiudizi ed esce dalla logica dell’assistenzialismo, per valorizzare i talenti.

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E questi 15 ragazzi ne sono un esempio. Per loro un doppio incarico, quello di addetti alle vendite ma anche di artigiani, mestiere ormai raro, che raccontano ai clienti da dove vengono e come sono stati realizzati gli oggetti sui loro scaffali.

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Tutti pezzi personalizzabili al momento grazie alla loro versatilità.

“Vogliamo far conoscere i successi delle persone con sindrome down e aiutarli a costruire le loro vite possibili di persone e di cittadini, molto è cambiato e ancora molto si può fare”.

Foto: Piras

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