Un progetto cittadino pionieristico a Roubaix sta mostrando a tutto il mondo come si possa concretamente ridurre la produzione di rifiuti
Quando Alexandre Garcin ha ideato Zero-Waste Roubaix (Roubaix a zero spreco) voleva affrontare il problema dei rifiuti che affliggeva la sua città. L’idea di Garcin era semplice: invece di ripulire le strade della città da un numero sempre maggiore di rifiuti, perché non produrne meno?
Così Garcin ha inviato dei volantini alla ricerca di 100 volontari che partecipassero a un programma pilota gratuito, della durata di un anno, che avrebbe insegnato loro a vivere senza rifiuti, o almeno con meno rifiuti del solito.
Queste famiglie a zero rifiuti avrebbero ricevuto una formazione e partecipato a workshop su argomenti quali la produzione di yogurt e la pulizia con prodotti fatti in casa, con l’obiettivo di dimezzare i rifiuti entro la fine dell’anno. Ai volontari non è stato offerto alcun incentivo finanziario diretto per partecipare, ma solo la promessa di contribuire a risolvere il problema dei rifiuti e a proteggere l’ambiente.
Utilizzando una bilancia per bagagli hanno pesato periodicamente i loro rifiuti settimanali e li hanno comunicati alla città. La bilancia ha costretto le persone a riconoscere l’impatto e il peso letterale delle loro scelte di consumo.
Come si è svolto il progetto
Il programma di Roubaix ha adottato quello che gli scienziati comportamentali chiamano un approccio al cambiamento “basato sull’informazione”, che costruisce la comprensione e la consapevolezza attraverso istruzioni inequivocabili, forum, incontri, formazione e feedback.
Il progetto si è concentrato sulla creazione di un’identità attorno al concetto di “rifiuti zero” e sull’assegnazione alle famiglie di obiettivi quantitativi di riduzione dei rifiuti, strategie che si sono dimostrate efficaci in altri contesti, e tutti hanno ricevuto linee guida piuttosto chiare, come ad esempio “non comprare più cibo di quanto se ne possa mangiare”.
Ma questo era il punto. Secondo Garcin, in realtà non è così difficile dimezzare la produzione di rifiuti di una famiglia. Con il compostaggio si può ottenere la maggior parte del risultato, dato che i rifiuti organici costituiscono circa un terzo del peso dei rifiuti urbani di una famiglia francese media.
Un altro terzo è costituito da vetro e metallo, una parte significativa dei quali può essere tenuta fuori dalle discariche attraverso il riciclaggio, mentre il 10% è costituito da plastica, che può essere evitata trovando alternative riutilizzabili alle buste della spesa, alle posate, agli imballaggi e ad altri articoli monouso in plastica.
I residenti hanno consumato meno pasti da asporto o sono passati al detersivo per il bucato fatto in casa e i primi partecipanti hanno risparmiato in media 1.000 euro all’anno. 7 su 10 hanno ridotto la produzione di rifiuti del 50% e uno su quattro di oltre l’80%.
Non solo questo programma: tutte le iniziative di Roubaix
Le 800 famiglie che Roubaix ha formato dal 2015 rappresentano probabilmente la fetta più facilmente convincibile della popolazione della città: si stima che siano l’1,8% dei suoi 100.000 abitanti. Roubaix ha impiegato nove anni per raggiungere questo numero di persone e il resto dei suoi abitanti sarà probabilmente più difficile da convertire.
La città sta ampliando il suo programma di influenza sociale attraverso pubblicità, festival e incontri comunitari. Roubaix promuove anche le storie delle sue familles zéro déchet di maggior successo nei media locali, regionali e nazionali.
Inoltre il Comune ha introdotto le pratiche e l’educazione ai rifiuti zero in tutte le scuole pubbliche di Roubaix e sta cercando di alimentare una rete di commercianti a rifiuti zero – tra cui ristoranti, negozi di alimentari, copisterie e altro – che aderiscono a una serie di buone pratiche per la riduzione dei rifiuti.
L’amministrazione comunale sta altresì ampliando un programma di compostaggio comunitario volontario e sta trasformando due edifici in incubatori di rifiuti zero: in sostanza, in centri per piccole imprese in crescita che si concentrano sulla riduzione dei rifiuti. Uno degli edifici, un’ex fabbrica tessile, ospita già un’azienda che evita di mandare in discarica le biciclette.
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Fonte: Zero Waste Cities
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