Con tecniche ancestrali, le artigiane della comunità Wayuu in Colombia tessono borse con sacchetti di plastica, per combattere l’inquinamento, ricostruire la memoria e promuovere l’emancipazione delle donne.
I paesaggi di La Guajira, un dipartimento situato nella regione caraibica della Colombia, sembrano opere dipinte da Madre Natura. Tuttavia la bellezza e la magia di queste terre contrastano con i chilometri di spazzatura che si accumulano intorno a città come Uribia. Tra deserti, culture antiche e spiagge mozzafiato, nascono anche dune di plastica e rifiuti organici.
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L’inquinamento non è l’unico problema. Mancanza di servizi, carenza d’acqua e corruzione rendono La Guajira il secondo dipartimento più povero del Paese sudamericano. Ma lo spirito di resilienza dei suoi abitanti, il popolo indigeno Wayuu, permette loro ancora una volta di affrontare le avversità.
Tessere la “spazzatura” con antiche tradizioni
Non ci sono rifiuti, ma risorse e le indigene Wayuu lo sanno bene. Per questo con il loro progetto Kattoui, (zaino in wayuunaiki) trasformano i sacchetti di plastica che raccolgono per strada in colorate e comode borse, con l’obiettivo di ricostruire la memoria culturale, ridurre l’inquinamento e favorire l’emancipazione delle donne della comunità.
I sacchetti di plastica utilizzati da queste eco-artigiane vengono raccolti attraverso giornate di riciclaggio da un gruppo di giovani Wayuu che cercano di sensibilizzare le persone sull’uso eccessivo della plastica usa e getta e contribuire con il loro granello di sabbia alla cura dell’ambiente. Ogni loro prodotto è un invito al cambiamento e un elogio al senso di comunità.
Tessendo le loro borse stanno facendo rivivere antiche tradizioni. Le loro anime e le loro mani custodiscono gelosamente tecniche di riciclo ancestrali che rischiavano di perdersi, come l’outajushi, prima utilizzata per lavorare il cotone e alcune fibre di corteccia e radice e che ora invece combina la plastica, l’unica “materia prima” che in queste terre abbonda.
È uno zaino composto per il 70% da sacchetti di plastica. Per ogni zaino si tratta di dare una nuova vita utile a quasi 50 sacchetti, che negli anni precedenti sarebbero andati in discarica, nel nostro giardino di dune, contaminando l’ambiente”, ha raccontato ad un mezzo locale Olimpia Palmar, una delle artigiane del progetto.
Tessendo opportunità
Questo progetto però va oltre l’impatto ambientale. Ogni tessuto rappresenta anche una fonte di sostentamento economico per molte famiglie e un’opportunità per rafforzare il tessuto sociale, dando alle bambine e alle ragazze l’opportunità di imparare e diventare leader, costruendo in questo modo un futuro più equo.
Intrecciamo un’opportunità per le ragazze di questa comunità. Con questo progetto stiamo imparando a essere intraprendenti e innovare, ma soprattutto a essere leader” dice Guillermina Jusayu, una delle apprendiste e leader della comunità.
Con il progetto Kattoui, queste artigiane indigene, custodi del passato, conservano le radici e tessono spazi per l’emancipazione delle donne Wayuu e di tutto il loro popolo generando consapevolezza ambientale.
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