L’ironica birra artigianale per aiutare a far rinascere la Romagna sommersa dal “Pagiùg”

Due realtà romagnole insieme per aiutare la propria terra: così è nata la birra del “paciùg”, il mix tra acqua e fango che si è creato con l’alluvione

Una birra per rinascere, ribattezzata con un’ironia dissacrante ma allo stesso tempo che arriva dritta al cuore: “S’el ste paciùg!?” (letteralmente “Cos’è questo pantano!?” in dialetto romagnolo). È l’idea venuta a due realtà romagnole, Birra Bizantina di Ravenna e il Birrino di Forlì, entrambe appassionate di birra artigianale, per aiutare la popolazione colpita dall’alluvione dello scorso maggio che ha colpito l’Emilia Romagna.

Vi abbiamo raccontato di tante iniziative benefiche per portare sostegno a chi è stato messo in ginocchio da questo evento climatico estremo ed ora eccone un’altra. Birra Bizantina ha prodotto nel proprio impianto questa nuova birra, che si può degustare alla spina sia al Darsenale di Ravenna che al Birrino di Forlì, oppure è disponibile in bottiglia nel formato da 33 cl in diversi locali della zona.

Parte del ricavato sarà devoluto all’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell’Emilia-Romagna. La birra è una Session Ipa dal colore giallo dorato, bella limpida. Annusandola subito si percepiscono profumi prettamente agrumati (mandarino, pompelmo, arancia dolce). In bocca è invece scorrevole, fresca, lievemente amara e citrica.

Tanto c’è ancora da fare in queste zone

Insomma, una birra perfetta per essere assaporata durante le calde giornate estive di questi giorni e che si presenta con un’iconica etichetta disegnata dell’illustratore Nicola “Rospo” Bustacchini che ha collaborato con Birra Bizantina e il Birrino per questo lodevole progetto.

Gli ideatori hanno spiegato come questa birra artigianale voglia ricordare, a partire dal suo nome, come per settimane molte zone della Romagna siano state invase dal “paciùg” creato dal mix di acqua e fango, ma come la Romagna stessa sappia rialzarsi, più fiera e più forte di prima.

Certo, tanto è stato fatto per ripulire queste zone e permettere il ritorno ad una vita quasi normale, anche e soprattutto grazie ai tantissimi volontari accorsi da ogni parte d’Italia, ma tanto ancora sarà da fare nei mesi che verranno e con questa birra si potrà contribuire alla rinascita dei paesi più colpiti.

E proprio il nome stesso della birra deriva da uno striscione apparso ad un incrocio di Cesena, in direzione del quartiere di San Mauro in Valle, lasciato da alcune persone giunte nella città romagnola a dare una mano, con scritto:

Non chiamateci angeli del fango ma chi burdel de paciug.

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Fonte: Bizantina – Ravenna craft beer | Facebook

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